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Quanti Oscar dovrebbe avere in salotto Daniel Day-Lewis?

Tre statuette vinte, sei nomination ma la sensazione che manchi ancora qualcosa…

Daniel Day-Lewis con Helen Mirren e l'Oscar per Il petroliere. 24 febbraio 2008. Foto Shutterstock.

È sempre sconvolgente scoprire come, facendo una rapida ricerca su Google (o su qualche altro motore di ricerca, fate voi) a caccia dei migliori attori di tutti i tempi, il nome di Daniel Day-Lewis appaia molto raramente nelle innumerevoli classifiche che la rete propone sul tema, come se il grande pubblico si fosse dimenticato di lui, o addirittura non avesse mai colto la sua grandezza. Il motivo va probabilmente cercato nella quantità, più che nella qualità: un signore di sessant’anni anni apparso per la prima volta sul grande schermo nel 1971 e ha una ventina di film all’attivo, non si può certo definire prolifico, basti pensare che Matt Damon ne ha girati già più di sessanta e che Robert De Niro supera i novanta film (con buona pace di Alberto Sordi, secondo in classifica con ottantasei pellicole in cinquantuno anni di carriera).

Daniel Day-Lewis con l’Oscar per Il petroliere. 24 febbraio 2008. Foto: Paul Smith/Shutterstock.

Per i più giovani, poi, Daniel Day-Lewis è quasi un oggetto misterioso, essendo stato presente in soli sei film – tra cui un musical – negli ultimi vent’anni. Ma i numeri parlano chiaro, e se consideriamo gli Oscar un termometro per misurare la grandezza di chi lavora ad Hollywood (cosa che possiamo anche non fare, ma che a volte funziona), non possiamo non registrare che il caro Daniel Day-Lewis è l’uomo che ha vinto più Oscar di tutti i tempi, con un totale di tre statuette, primato che condivide con Jack Nicholson, Maryl Streep, Ingrid Bergman e Walter Brennan. La prima della classe? Katharine Hepburn, con quattro statuette vinte.

Con Jennifer Lawrence, Anne Hathaway & Christoph Waltz con la statuetta vinta per Lincoln, 24 febbraio 2013. Foto: Paul Smith

Dati alla mano – uniti al fatto che anche in questo 2018 Daniel Day-Lewis è candidato come miglior attore protagonista per Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson – ora si tratta di capire se il nostro DDL in questa settimana diventerà o meno l’attore più premiato di Hollywood. Senza voler far pronostici (anche perché la concorrenza di Gary Oldman è davvero ostinata, i bookmakers sono tutti per lui), la sensazione è che se lo meriti, con grande rammarico per Jack Nicholson, che rimarrebbe dietro. Al di là di come andrà, però, noi di Hot Corn ci chiediamo un’altra cosa: quanti Oscar dovrebbe avere Day-Lewis nel salotto di casa, esclusa l’eventuale vittoria di quest’anno? Ovvero: quanti non ne ha vinti, pur meritandoli?

Con il primo Oscar per Il mio piede sinistro, 26 marzo 1990.

Lasciando perdere le mancate nomination – come quella per The Boxer – dobbiamo menzionare Gangs of New York e Nel nome del padre, per cui fu nominato, ma non vinse. Nel primo caso la spuntò Adrien Brody, che ne Il pianista fu qualcosa di straordinario per intensità e concentrazione, mentre Day-Lewis, era relegato (per così dire) in un  minutaggio relativamente ridotto dentro un film che non entusiamò l’Academy (zero Oscar su dieci nomination). Diverso è il caso di Nel nome del padre, sconfitto dal Tom Hanks di Philadelphia, ma riguardando i due film oggi perfino un occhio inesperto coglie lo scarto tra i due attori, con Day-Lewis a impersonificare il personaggio in modo viscerale, diventando davvero Gerry Conlon. E qui torniamo alla domanda del titolo: quanti dovrebbero essere gli Oscar nel salotto di Day-Lewis? Dovrebbero essere (almeno) quattro.

  • 26 marzo 1990: la notte del primo Oscar per Il mio piede sinistro

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