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Piazza Fontana | Tra cinema e fiction, 50 anni di una strage ancora senza giustizia

Da Romanzo di una strage a Io ricordo, una carrellata di film, documentari e fiction dedicati alla strage

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Valerio Mastandrea è il commissario Luigi Calabresi in Romanzo di una strage

ROMA – Non c’è bisogno di dire molto altro: dopo la strage di Piazza Fontana, nulla sarebbe stato più lo stesso nella storia italiana. Una verità che oggi, nel giorno del cinquantesimo anniversario dell’attentato, ci obbliga a fare i conti con una vicenda terribile, che segnò l’inizio del terrorismo politico. Milano, 12 dicembre 1969. È un venerdì come tanti alla banca Nazionale dell’Agricoltura, dove contadini e allevatori si danno appuntamento nel pomeriggio per ratificare le loro contrattazioni. Alle 16.37 un’esplosione distrugge l’edificio. All’inizio si pensa ad una caldaia mal funzionante, solo in seguito si scoprirà la presenza di un ordigno nascosto in una valigetta abbandonata da un uomo misterioso nell’androne dell’istituto. Le vittime sono 17, i feriti 88. Nello stesso giorno altri cinque attentati vengono messi a segno, tre a Roma e un altro a Milano, non lontano dalla Scala, con esiti diversi. Lo Stato è sotto attacco. Per mano di chi?

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Un’immagine scattata sul luogo dell’esplosione

Le indagini si indirizzano da subito sugli anarchici, ma tra depistaggi e inaudite calunnie, si arriverà nel 2005 alla conferma della responsabilità dei neofascisti veneti Franco Freda e Giovanni Ventura, tuttavia non più processabili perché già assolti per il reato di strage con sentenza passata in giudicato. Fin qui, la storia, che non ci ha risparmiato altro sangue: prima con la scomparsa dell’anarchico Giuseppe Pinelli, morto il 15 dicembre dopo una caduta dalla finestra della questura dove era stato interrogato per tre giorni, e successivamente scagionato dall’accusa di aver messo la bomba. Poi con l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, ritenuto colpevole della fine di Pinelli, per il quale furono condannati i membri di Lotta Continua, Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri (ritenuti i mandanti). Come ha affrontato il cinema tutto questo?

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Pinelli e Calabresi si incontrano in una libreria Feltrinelli

Non sono stati molti i film che hanno provato a raccontare l’evento, anche se in alcune opere dell’epoca, come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri e perfino nel poliziottesco di Stefano Vanzina, La polizia ringrazia, risuonavano echi di quella tragedia. Il più elaborato da un punto di vista storico è stato Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana del 2012. Un’opera corale, che fu accolta da numerose critiche, ma che ha avuto il grande merito di trattare per la prima volta un argomento così delicato, contando su alcuni tra i migliori attori italiani, da Pierfrancesco Favino, che interpretava Pinelli a Valerio Mastandrea, che invece vestiva i panni del commissario Calabresi. Nel titolo del film si evocava l’articolo che Pier Paolo Pasolini scrisse nel 1974 per Il Corriere della Sera. Un pezzo che puntava il dito contro i mandanti della strage di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia a Brescia e contro tutta la classe politica italiana.

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Una scena di Romanzo di una strage

Più che la ricostruzione cinematografica, dunque, un evento come l’eccidio di Piazza Fontana è diventato materiale prezioso per documentari che hanno provato a dare un punto di vista diverso sulla questione. Come Colpiti al cuore – Cinquant’anni di cinema e lotta armata in Italia, un lavoro, firmato da Alessandro Bignami, presentato all’ultimo Torino Film Festival, che attraverso le testimonianze di autori come Gianni Amelio, Marco Bellocchio, lo stesso Marco Tullio Giordana e Wilma Labate ha delineato come il cinema italiano si sia confrontato con gli anni di piombo e con il terrorismo. Un rapporto non sempre facile, ma essenziale per mantenere intatta la memoria di un Paese che si scoprì fragile e senza difese.

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Giovanna Mezzogiorno è Francesca Dendena nella docu-fiction di Rai 1 Io ricordo. Piazza Fontana

Anche la televisione ha voluto omaggiare i caduti di Piazza Fontana. Se Gli anni spezzati del 2014, dedicato a Luigi Calabresi (Emilio Solfrizzi), provocò più di una polemica, diverso è il caso di Io ricordo Piazza Fontana, docu-fiction interpretata da Giovanna Mezzogiorno e diretta da Francesco Miccichè, in onda questa sera su Rai 1, che ripercorre i momenti più dolorosi delle indagini attraverso la testimonianza di Francesca e Paolo Dendena, figli di una delle vittime. «Noi siamo gente democratica, non possiamo esigere la vendetta, ma possiamo esigere giustizia» ha raccontato in maniera limpida la signora Dendena, scomparsa nel 2010. Senza aver ottenuto alcuna giustizia.

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