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Aspettando l’Oscar: la strana corsa di Mudbound

Presentato al Sundance, il film ha conquistato la critica. Arriverà all’Academy?

Mudbound non è il tipico film d’epoca, ma un film duro e crudele, un pugno nello stomaco, un’opera abbastanza strana dal punto di vista registico: se qualcuno avesse nostalgia di vivere nell’America degli anni Quaranta, la regista -, una rivelazione: Dee Rees – toglie subito ogni illusione, mostrando il Paese nel caos, con il Ku Klux Klan a linciare gli afroamericani e un’omertà totale.

LA STORIA

Ambientato negli anni 40, nel rurale Mississippi, Mudbound è centrato su due famiglie, una bianca e una nera, che si scontrano in un contesto di povertà, razzismo, odio, pregiudizi e fango. Nella famiglia bianca, Henry McCallan (Jason Clarke) compra una terra in mezzo al nulla per investire in coltivazioni.  Porta con sé la moglie Laura (Carey Mulligan), i figli e il padre razzista (Jonathan Banks). D’altra parte, la famiglia afroamericana Jackson, che lavora per i nuovi proprietari. In questa cornice emergono due personaggi: il fratello di Henry, Jamie, e il figlio maggiore dei Jackson, Ronsel, dal rientro dall’inferno della guerra. L’amicizia che nascerà tra Jamie e Ronsel verrà, naturalmente, malvista dai gretti cittadini del piccolo paesino del Mississippi.

LA CORSA PER GLI OSCAR

Mudbound, che già potete vedere su Netflix, è già candidato per due Golden Globe (attrice non protagonista a Mary J. Blidge e miglior canzone) e punta ad avere molte nomination agli Oscar. Sarà la consacrazione di Netflix, come accaduto un anno fa per Amazon con Manchester by the sea? Tra pochi giorni lo sapremo.

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