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Louis Garrel: «L’uomo fedele e la mia idea totale di Francia. Tra Truffaut e Cassavetes»

Parigi, Woody Allen e perché recuperarlo in streaming: Garrel spiega il suo amore moderno e giocoso

Louis Garrel sul set de L'uomo infedele.

ROMA – «Chiedo scusa per la mia confusione di lingue, mi sforzerò di parlare in italiano. Anche perché qui sono sempre stato accolto da principe». Louis Garrel racconta il suo L’uomo fedele, ma non sbaglia una parola, un’inflessione, una frase. Scapigliato e trasognato nella pellicola, Garrel – enfant prodige e figlio d’arte di un cinema orgogliosamente francese – dietro lo sguardo sbadato e irresistibile, tira fuori una perla dopo l’altra. Piccola (poco più di un’ora e dieci) ma non superficiale. Anzi, nel film – che ora potete finalmente recuperare in streaming su CHILI – c’è anche molto altro: «Credo ci sia una totale idea di Francia, anche se resta essenzialmente un gioco».

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Garrel, insieme a Laetita Casta, sul set del film.

E la trama, semplice ma densa, scritta insieme ad un genio come il compianto Jean-Claude Carrière, girà tutta intorno ad un mènage á trois da commedia delle parti, con protagonista proprio lui, Abel (Garrel) che, separato da otto anni da Marianne (Casta), la ritrova al funerale di Paul, migliore amico di lui e nuovo (ed ormai ex) compagno di lei. L’amore, si sa, prende strade imprevedibili, allora ecco che il rapporto ricucito fa ingelosire Joseph, figlio di Marianne, e sopratutto Eve (Lily-Rose Depp), sorella di Paul e letteralmente ossessionata da Abel.

Louis Garrel tra Laetitia Casta e Lily-Rose Depp nel poster del film.

Insomma, succederà di tutto, pur restando nella dimensione circoscritta della realtà e delle sue sfumature. Un triangolo amoroso di vita che diventa sempre più intricato con contraddizioni ovunque. Sentimentali da una parte, ciniche dall’altra. «Il film è nato dal mio desiderio di lavorare con Carrière, un grande autore», spiega Garrel, «Scrivendolo, ci siamo trovati piacevolmente in conflitto. Lui nella sua carriera ha lavorato con giganti come Luis Buñuel e Miloš Forman, io ovviamente sono più piccolo. E poi, lui detesta il sentimentalismo, e io lo adoro…».

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Garrel, alias Abel, con Lily-Rose Depp.

Contrasto e contrazioni, come in una histoire d’amour sotto la cornice di una Parigi da cartolina «L’uomo fedele è conforme ad un certo cinema francese. E ho giocato con i ricordi del mio cinema. Mi sono intriso di Truffaut. Ogni scena è una sorpresa. Si inizia con il cliché della Torre Eiffel, si finisce con delle sorprese. Anzi, da una parte spero che il film aiuti il turismo: al Toronto Film Festival, una coppia dopo la proiezione mi disse che tremava dall’emozione pensando al viaggio che avrebbero fatto a Parigi». E il film, è infatti pieno di Francia. Dagli odori ai colori, fino alle donne, entrambe forti e protagoniste. «In Francia c’è un movimento di donne forti, comprese mia mamma o le mie amiche. Sono loro che decidono, e la verità maschile, qui, doveva essere dissimulata. Sono le donne a decidere, nel film», continua Garrel, con l’allure dell’alunno più brillante della classe che, però, studia solo quello che crede valga la pena di studiare.

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Una scena del film.

E questa, alla fine, può essere la definizione de L’uomo fedele. Commedia oziosa dagli indomabili risvolti umoristici e graffianti. Allora, si pensa subito a Woody Allen. «Non mi piace la virtualità del cinema. Deve esserci verità. Penso a John Cassavetes o Allen. Con lui mi ritrovo sullo humour. Entrambi scherziamo, anche nel dramma. E dell’umorismo ne ho bisogno. Quando sono forte metto su Bergman, quando sono fragile, vado con Woody». Allora, giocando con il titolo de La Femme Infidèle di Claude Chabrol, altro pilastro della Nouvelle Vague, Garrel si fa, appunto, manifesto (im)perfetto dell’infedeltà che riserva la vita, con i suoi alti e bassi. Con l’attore e regista che conosce a memoria le regole dell’incostanza nel grande gioco chiamato cinema.

  • Qui potete vedere L’uomo fedele su CHILI
  • potete vedere il trailer una clip L’Uomo Fedele:

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