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La Tana | Due bravi interpreti e il promettente esordio firmato da Beatrice Baldacci

Protagonisti i giovani e convincenti Lorenzo Aloi e Irene Vetere. Presentato ad Alice nella Città 2021

La Tana
La Tana

ROMA – “La Tana non è un luogo concreto e reale, ma quello spazio dove andiamo a nasconderci quando non stiamo bene. E dove speriamo che qualcuno ci venga a cercare.”: così la regista Beatrice Baldacci a proposito del suo primo lungometraggio La tana, prodotto all’interno del programma Biennale College e presentato ad Alice nella Città 2021. Protagonista, il diciottenne Giulio (Lorenzo Aloi), che vive e lavora in una non ben identificata campagna italica insieme ai suoi genitori, quando ad un tratto la sua monotona esistenza viene scossa. Il turbinio emotivo è scatenato dall’arrivo della ventenne Lia (Irene Vetere), figlia dei vicini, intenzionata a trascorrere l’estate nel casale adiacente da tempo ormai abbandonato.

Lorenzo Aloi e Irene Vetere sul set de La Tana, insieme a Beatrice Baldacci
Lorenzo Aloi e Irene Vetere sul set de La Tana, insieme a Beatrice Baldacci

Lia sedurrà Giulio in un adolescenziale gioco di potere in cui il povero ragazzo di campagna sarà continuamente messo a dura prova. La ragazza ha infatti tendenze autolesioniste e vuole seriamente vedere se, guidando a fari spenti nella notte, è poi tanto difficile morire. Forse però, dietro l’alterità di questa giovane donna, si cela un mistero nel quale quella casa abbandonata, quella tana non-luogo descritta dalla regista pare rivesta un ruolo fondamentale. La tana non è affatto un horror, per quanto la trama possa dare quest’impressione, e il film sa anzi essere convincente soprattutto nella prima parte, quando Baldacci racconta con abilità i primi batticuori e gli scombussolamenti sentimentali dei due.

Il bacio

Lorenzo Aloi sembra un po’ un nuovo Lazzaro Felice e di certo gli appassionati del cinema di Alice Rohrwacher troveranno in Beatrice Baldacci un’affine nuova leva del cinema italiano, a partire dall’ambientazione agreste. Dal canto suo Irene Vetere ci ricorda lo sguardo imperturbabile e affascinante di una giovane Charlotte Rampling e speriamo vivamente che l’attrice possa germogliare e crescere nel panorama cinematografico nostrano. Non è privo di difetti il lungometraggio di Beatrice Baldacci, ma resta comunque un’opera prima promettente, con riferimento soprattutto alla delineazione dei personaggi e in virtù dei mezzi limitati con i quali la si è realizzata. Applausi.

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