Rebecca Wang ROMA – Sorrisi e lacrime, strazio e poesia. E il potere dirompente della satira intelligente, capace di affrontare con uno spirito unico e diverso l’incubo dell’Olocausto. Non era facile portare al cinema il romanzo del 2004 Come semi d’autunno (Caging Skies) di Christine Leunens, eppure Taika Waititi c’è riuscito in Jojo Rabbit – appena arrivato in digital su CHILI -, raccontando la storia di Jojo Betzler (Roman Griffin Davis) che, a 10 anni, non riesce a relazionarsi con i suoi coetanei. Per cercare di affrontare il mondo si rivolge al suo amico immaginario che ha il volto di Adolf Hitler (lo stesso Waititi). Sullo sfondo il Terzo Reich, la Seconda Guerra Mondiale e il dramma degli ebrei, costretti a nascondersi dalla follia delle SS. Tra loro, Elsa (Thomasin McKenzie), che scopriamo essere nascosta e protetta dalla mamma di Jojo, Rosie (Scarlett Johannson). Nel cast, anche un super Sam Rockwell, Rebel Wilson e un tenero Archie Yates.
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Jojo Rabbit: la recensione
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