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Tra il Club dei Perdenti e Pennywise | IT CAPITOLO DUE e l’importanza della memoria

Andy Muschietti ci riporta a Derry e firma la regia di un film ambizioso e imperfetto sul ricordo

IT CAPITOLO DUE: UNA SCNA DEL FILM
Pennywise in un dettaglio del poster IMAX del film

MILANO – Una promessa siglata con un patto di sangue e un ricordo confuso, annebbiato dal tempo. Andy Muschietti riparte da qui per IT CAPITOLO DUE, sequel del campione d’incassi da oltre 700 milioni di dollari del 2017. E, ancora una volta, torna a confrontarsi con Stephen King e il suo romanzo, qui sviscerato nella sua parte “adulta”. Un’intuizione vincente che ha permesso a Muschietti di concentrarsi su due età distinte e le relative peculiarità. Perché se IT raccontava l’adolescenza e quel senso di inadeguatezza che accompagna la crescita, qui si concentra sull’irrisolto, sui nodi di un passato mai risolto.

IT CAPITOLO DUE: UNA SCNA DEL FILM
Pennywise

Ed è proprio il passato che bussa alle porte di Bev (Jessica Chastain), Bill (James McAvoy), Ritchie (Bill Hader) e gli altri Losers. Una telefonata da Derry ed eccoli di nuovo tutti insieme, come da ragazzini, a ridere e scherzare, a prendersi in giro senza ricordarsi nemmeno il perché di quella promessa fatta in un’estate di fine anni Ottanta che, ancora una volta, li ha riportati a

IT CAPITOLO DUE: UNA SCNA DEL FILM
Il Club dei Perdenti

Ma è la stessa Derry a ricordarglielo. La cittadina del Maine è tappezzata di avvisi di scomparsa di bambini svaniti nel nulla. Pennywise (Bill Skarsgård) è tornato e loro sono gli unici a poterlo fermare. Ecco che, lentamente, la memoria torna a galla e Muschietti, grazie all’uso di flashback, ci mostra i suoi giovani protagonisti ancor più da vicino di come aveva fatto nel primo capitolo.

IT CAPITOLO DUE: UNA SCNA DEL FILM
Una scena del film

Una lente d’ingrandimento che permette di capire molto del loro presente, tra relazioni abusive, paura di mostrare la propria natura o trovare il coraggio di far sentire la propria voce. Perché, anche se travestito da horror, IT parla di un altro tipo di paura. Il Pagliaccio Ballerino ne incarna le sfaccettature e le sfrutta a suo favore. Così il film, come il libro prima di lui, parla di omofobia e traumi, vergogna e depressione, abusi e sensi di colpa.

IT CAPITOLO DUE: UNA SCNA DEL FILM
Il Club dei perdenti da adolescenti

Muschietti trova il cast perfetto per far rivivere le pagine del romanzo di King e lo guida in un film ambizioso a cui, però, non manca qualche sbavatura. A partire da una durata eccessivamente lunga fino alla presenza a singhiozzo del clown che diluisce la componente horror della pellicola. Menzione d’onore al Ritchie di Bill Hader capace di portare humor, leggerezza e commozione ad secondo capitolo che parla di memoria, bassezze umane (sempre tristemente attuali) e speranza.

Qui potete vedere il trailer di IT CAPITOLO DUE:

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