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Il Mistero di Donald C. | Colin Firth e la storia vera del velista che ha ispirato il film

Una regata impossibile, la sfortuna, l’impresa disperata di un uomo a caccia di un successo storico

Il mistero di Donald C
Rachel Weisz e Colin Firth in Il mistero di Donald C.

ROMA – Sognatore, uomo disperato o truffatore? Probabilmente tutte e tre le definizioni calzano a pennello per Donald Crowhurst, protagonista, sul finire degli Anni Sessanta, di un’incredibile vicenda umana. La sua storia ha ispirato James Marsh a dirigere Il mistero di Donald C. biopic con Colin Firth e Rachel Weisz dedicato alla folle impresa del manager inglese che per salvare la sua azienda dal fallimento decise di partecipare ad una massacrante regata. Velista amatoriale, Crowhurst si imbarcò in un’avventura molto più grande di lui e nonostante la palese incapacità a portarla a termine, provò in tutti i modi a non soccombere del tutto. Fallendo.

Il mistero di Donald C
Colin Firth è Donald Crowhurst

Perché, dunque, Il mistero di Donald C.? Partiamo dall’inizio, da quando cioè Donald Crowhurst, ingegnere elettronico di trentasei anni provò a dare una svolta alla sua vita partecipando ad una durissima gara nautica, organizzata nel 1968 dal Sunday Times a un anno dall’impresa di Sir Fancis Cichester, che circumnavigò il globo in solitaria senza mai toccare terra. La sfida si preannunciava colossale, con otto partecipanti, uno più bravo dell’altro, affiancati da un outsider come Donald C. Amava il mare, Crowhurst, ma di certo non poteva dirsi velista esperto, nonostante avesse inventato un dispositivo per la geolocalizzazione in acque aperte. Cosa ci faceva lì? Semplice, puntava al premio in denaro destinato al vincitore, cinquemila sterline, che sarebbero servite a pagare i debiti e a far respirare, finalmente, tutta la famiglia, composta da moglie e quattro figli.

Il mistero di Donald C
Donald Crowhurst

Non si fece mancare nulla, Mr. Crowhurst: assunse Rodney Hallworth, giornalista del Daily Express, come ufficio stampa personale e dagli sponsor ottenne soldi a sufficienza per costruire un’imbarcazione, il Teignmouth Electron. A bordo del trimarano Donald Crowhurst salpò dal porto di Teignmouth il 31 ottobre 1968, ultimo giorno a disposizione per la partenza. Avrebbe dovuto seguire una rotta che andava dall’Inghilterra all’Atlantico, costeggiando il Sud America, passando per Capo Horn, arrivando in Oceania e al Capo di Buona Speranza, nella punta sud dell’Africa, per poi rientrare a destinazione. La Golden Globe Race, insomma, non era cosa semplice. E Donald lo comprese a pochi giorni dall’inizio.

Il mistero di Donald C
Donald e sua moglie

Un guasto al mezzo e l’inesperienza trasformarono subito quell’esperienza in un incubo. Pur di non ammettere la sconfitta, però, l’uomo imboccò una strada ancora più folle: quella di mentire. Scelse, cioè, di continuare a rimanere in gara dichiarando false posizioni ai giudici. Così, nonostante il Teignmouth Electron non fosse mai uscito dall’Atlantico, finendo anzi a secco lungo le coste dell’America Latina, Crowhurst diede segnali diversi, facendo credere di essere in vantaggio. Da solo, in balia delle onde e dei cattivi pensieri, Donald iniziò a scrivere due diari di bordo: uno in cui ogni giorno appuntava con esattezza ogni singolo spostamento, l’altro contraffatto ad arte da utilizzare nel caso di un’improbabile epilogo positivo.

Una scena di Il mistero di Donald C.

Completamente dissociato da sé stesso, il protagonista di Il mistero di Donald C. aveva una sola speranza: riunirsi ai partecipanti lungo la via del ritorno. Pur sapendo che non avrebbe mai potuto vincere la gara, avrebbe comunque sfruttato la fama derivata dall’impresa. La tattica sembrò funzionare almeno per un po’, ma quando si rese conto che i giurati lo consideravano l’unico concorrente in gara – uno ad uno infatti mollarono tutti – decise di gettare la spugna e il 29 giugno del 1969, dopo aver tentato inutilmente di salutare la moglie, spense il segnale radio. «Non ho bisogno di prolungare il gioco. È finita. È finita. È la mia grazia» scrisse nel suo diario. Pochi giorni dopo la sua imbarcazione fu ritrovata al largo delle Bermuda. E il suo corpo non venne mai recuperato.

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