ROMA – Ci sono voluti oltre dieci anni di lavoro per realizzare Innocence, una storia che racconta Israele attraverso il suo esercito o meglio tramite gli occhi, i diari e i filmati familiari di alcuni giovani chiamati alle armi che non hanno resistito a questa imposizione alla violenza del loro Paese. Un atto politico durissimo che parte da un quesito: «Fino a che punto la narrazione dell’Olocausto è storia e quando diventa invece uno strumento politico?». Una domanda potentissima, tanto provocante quanto attuale visto il conflitto che ha distrutto Gaza, con cui il regista Guy Davidi interroga Israele e realizza un atto di accusa contro le politiche che educano al culto delle armi e della guerra. Al cinema dal 28 marzo con Bloom Distribuzione. Imperdibile.
- VIDEO | Qui il primo trailer del film:
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