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Fresh | Le relazioni ai tempi delle App per un horror travestito da commedia romantica

Daisy Edgar-Jones e Sebastian Stan sono i protagonisti del riuscito esordio alla regia di Mimi Cave

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Daisy Edgar-Jones e Sebastian Stan sono i protagonisti di Fresh

ROMA – Essere una donna single nell’era delle App d’incontri può essere un vero incubo. Alzi la mano chi non ha mai sentito racconti tra l’imbarazzante e il raccapricciante di amiche reduci da appuntamenti disastrosi. Ne sa qualcosa Noa (Daisy Edgar-Jones), giovane donna senza legami familiari ma con una migliore amica, Mollie (Jonica T. Gibbs) con la quale condivide tutto, anche il disincanto per le relazioni. Noa ci prova anche ad uscire o messaggiare con ragazzi che secondo l’App di turno sarebbero un match riuscito ma si ritrova a dover fronteggiare commenti poco lusinghieri o ricevere foto non propriamente richieste. E allora basta affidarsi alla tecnologia. Meglio spegnere il telefono e provare a vivere la vita vera ci sembra suggerire Fresh, il film diretto da Mimi Cave disponibile su Disney+ dopo il passaggio al Sundance.

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Daisy Edgar-Jones in una scena di Fresh

E per un momento ci crediamo anche. Tutto merito di Steve (Sebastian Stan), affascinante e brillante chirurgo plastico conosciuto da Noa nel reparto di frutta e verdura di un supermercato aperto h24. Premuroso, rispettoso, divertente e senza un account Instagram per di più! Steve sembra uscito da un sogno ad occhi aperti e così quando invita Noa a trascorrere un weekend romantico insieme, la ragazza non ci pensa due volte ad accettare. Ed ecco che, davanti a un drink, quella che a tutti gli effetti sembrava una commedia romantica ai tempi delle App di dating si trasforma in un horror venato di umorismo dark.

Daisy Edgar-Jones e Sebastian Stan in una scena del film

Sì perché Steve non è chi dice di essere (i bugiardi a quanto pare non si nascondono solo dietro lo schermo di uno smartphone) e Noa si ritrova prigioniera in una casa sperduta in mezzo a un bosco. Non è sola, in altre stanze sono rinchiuse altre ragazze come cui farà la stessa fine. Steve lavora per un mercato nero di carne umana femminile – «Perché è quello che il mercato chiede e perché le donne sono più gustose» – e mutila le sue vittime per venderne pezzi sempre freschi a facoltosi clienti. La sceneggiatura di Lauryn Kahn intreccia horror, ironia e pulp in un film che, senza addentrarsi in pieghe drammatiche, racconta con intelligenza l’oggettificazione e la mercificazione del corpo femminile.

Tagliatelle con polpette di… donna

Mimi Cave, qui al suo riuscito debutto al lungometraggio dopo aver diretto una serie di video musicali, riesce ad amplificarne il messaggio con una regia che indugia in primi piani dei personaggi (e dei loro denti e labbra) intenti a mangiare, baciare, masticare. La fotografia di Pawel Pogorzelski, inoltre, enfatizza i generi su cui si poggia Fresh regalando al film vivacità visiva e cromatica. Ma l’elemento più interessante del film, riuscito anche grazie alle prove dei suoi due protagonisti (che non sembrano sbagliare un copione), è la riflessione sul corpo della donna e la sua condizione nella società.

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Una scena di Fresh

Noa contiene in sé un po’ di ognuna di noi. Giovani donne stanche di dover aver paura di attraversare una strada poco illuminata, stanche di ricevere foto intime dopo neanche un paio di messaggi, stanche di essere giudicate per il nostro aspetto fisico o di essere colpevolizzate dopo una violenza. Fresh usa i toni leggeri della commedia per affondare con i denti dritto al cuore di tematiche attualissime e, al tempo stesso, senza tempo. Prodotto da Adam McKay, il film, dietro balletti e battute, è un’amara considerazione sulla percezione della figura femminile, da sempre oggetto degli appetiti maschili più biechi. Per secoli abbiamo dovuto sopportare in silenzio. Fresh (di)mostra che anche noi sappiamo mordere se necessario.

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Qui sotto potete vedere il trailer di Fresh:

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