VENEZIA – Tra i tetti di Roma, a due passi dal Cupolone, c’è Il Palazzo protagonista assoluto del racconto di Federica Di Giacomo, tornata alla regia dopo il bel Liberami del 2016. «Ho iniziato a frequentare il Palazzo molti anni fa. Un microcosmo di rara libertà creativa ma completamente avulso dalla realtà», lo descrive lei. All’interno di esso, c’è il proprietario che offre riparo e asilo ad amici, sconosciuti, semplici passanti. E lo trasforma in una sorta di set cinematografico. Nel gruppo, colorato e bizarro, ecco Mauro che dirige i condomini in un film visionario, rimanendo però bloccato all’interno dello stabile. Non vuole uscire più, si isola da tutto. Quando muore, gli amici ricevono in eredità ore e ore di filmati; quei filmati di cui sono protagonisti e che Mauro ha sapientemente ripreso e custodito. In poco più di un’ora e mezza, Federica Di Giacomo – che abbiamo intervistato – tra ironia, finzione e realtà racconta la storia di Mauro e quella dell’intero palazzo, illuminando con voce onesta l’importanza del passato come via per riscoprire sè stessi.
Il Palazzo, la nostra intervista a Federica Di Giacomo:
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