ROMA – «Lo dedico a chi resta». Victor Peréz, celebra così la vittoria del David di Donatello per i migliori effetti visivi per Il ragazzo invisibile – Seconda generazione di Gabriele Salvatores. A chi come lui, il 6 aprile di dieci anni fa, si è visto portare via tutto dal terremoto che ha distrutto l’Aquila. Con alle spalle lavori in produzioni hollywoodiane come Harry Potter e i Doni della morte, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, Rogue One: A Star Wars Story, Perz non si occupa, però, solo di effetti visivi come dimostra il suo ultimo cortometraggio Echo, girato totalmente in green screen. E di regia, ispirazioni e della possibilità di un cinema giovane anche in Italia, Victor Peréz ha parlato a Hot Corn.
ARTE, SCIENZA E TECNOLOGIA «Perché amo gli effetti visivi? sono un connubio tra arte, scienza e tecnologia. Da sempre ho desiderato di poter lavorare in un ambiente che mi permettesse di esprimermi in maniera artistica e farlo con la visual composition mi dà modo di unire anche la mia fascinazione per la scienza. Ciò significa poter mettere insieme diverse immagini, provenienti da fonti differenti, sovrapporle e incastrarle. Si tratta, quindi, di poter creare dei mondi. Mettere tutto insieme in un’unica inquadratura e uniformarla per renderla tale. È un po’ come una magia».
VISUAL EFFECTS «Il complimento più bello per qualcuno che fa il mio mestiere? Quando ti dicono: “Qui c’era un effetto? Non si vede assolutamente!”. Mettersi al lavoro sugli effetti visivi non è soltanto dare vita a cose irreali nella vita quotidiana, ma far sì che l’idea di cinema e le formule matematiche riescano a fondersi per dare l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di autentico. È un lavoro minuzioso, non spingiamo soltanto tanti bottoni, come molti potrebbero pensare».
HOLLYWOOD PRODUCTION «Mi fa sempre piacere poter lavorare per produzioni molto grandi. Ti dà l’opportunità di conoscere persone interessanti, incredibilmente preparate nel loro settore e questo può aiutarti molto. Infatti, ognuno ha la propria specificità, soprattutto quando ci si trova in produzione hollywoodiane. C’è chi si concentra sul vento, chi sul rompere le pareti… È molto stimolante ed è sempre un piacere poter tornare a lavorare in tali atmosfere, per questo, nonostante il mio voler esplorare anche altri aspetti cinematografici, non vorrò mai lasciare i visual effects».
ITALIAN PRODUCTION « Il ragazzo invisibile – Seconda Generazione? Un’avventura a cui molti non credevano. I produttori mi prendevano per pazzo e così tutti coloro a cui esponevo le idee per il film. C’è questo timore che in Italia non si possano realizzare prodotti come quelli che ci propongono gli studios americani. Si sbagliano. Ci vuole più sacrificio, certo, ma se si ha coraggio, anche i produttori possono finire per ascoltarti. Ed è un appello che voglio fare a tutti, in particolare ai giovani: non abbiate paura, si può lavorare agli effetti visivi anche qui, fare grandi film come quelli hollywoodiani, bisogna solo crederci di più».
IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO «Il lavoro che mi ha più soddisfatto è stato quello affrontato con Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno. E pensare che, su sei mesi di lavoro, tutto ciò su cui mi sono impegnato si riduce a circa una quindicina di secondi di film. È così il mondo dei visual effects! Christopher Nolan è un genio assoluto, è ciò in cui mi piacerebbe rivedermi se potessi finalmente fare il grande salto come regista e sceneggiatore. Quello di Nolan è un cinema autoriale, ma che riesce comunque a gestire budget inimmaginabili, e questo è il massimo».
BEHIND THE CAMERA «La regia? Insieme al poter scrivere le mie storie è ciò a cui più aspiro e che sto piano piano affrontando. Ho cominciato nel 2015 con il mio primo cortometraggio Another Love e ho continuato con il mio secondo lavoro, un’impresa folle. È il corto Echo, girato totalmente in green screen. Non posso negarlo, è stata un’esperienza assurda. Non era ciò a cui mi dedicavo durante la giornata perché dovendo lavorare e portare a termine altri progetti. L’ho realizzato di notte, unico momento in cui avevo tempo, e l’ho girato tutto con le mie finanze, contando principalmente su me stesso. Non potrei essere più orgoglioso».
TRA FILM E SERIE TV «Sto iniziando a preparami per il mio primo lungometraggio. Ho ricevuto anche proposte molto allentanti da registi e studios di livello internazionale, ma devo prendermi il tempo necessario per ponderare bene tutte le scelte. Tra Italia e estero? Il mio sogno è poter girare nella mia Abruzzo, dove vivo con la mia famiglia. Ma vedremo cosa riserverà il futuro. Per ora sono anche concentrato su una serie Netflix che verrà girata a Roma. Vedremo cosa accadrà».
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