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Speak No Evil | James McAvoy, James Watkins e una nuova vita nel segno di Blumhouse

Due anni dopo l’instant-cult danese, arriva al cinema il remake hollywoodiano. Ma com’è il film?

James McAvoy in una scena di Speak No Evil di James Watkins, al cinema con Universal Pictures
James McAvoy in una scena di Speak No Evil di James Watkins, al cinema con Universal Pictures

ROMA – Quando una famiglia americana viene invitata a trascorrere il fine settimana nell’idilliaca tenuta di campagna di un’affascinante famiglia britannica con cui ha stretto amicizia in vacanza, quella che inizia come una vacanza da sogno si trasforma presto in un incubo psicologico. Speak No Evil di James Watkins, remake dell’omonimo film danese del 2022 di Christian Tafdrup con protagonisti James McAvoy, Mackenzie Davis, Scott McNairy e Aisling Franciosi, arriva ora al cinema con Universal Pictures. Un progetto ambizioso ma anche molto rischioso, specie considerando l’importanza assunta dall’originale danese. Un autentico instant cult del cinema di genere capace di combinare elementi drammatici ad altri d’orrore psicologico e a riflessioni sociali sulla natura umana, nato per caso da una macabra fantasia.

James McAvoy e Aisling Franciosi in un momento del film
James McAvoy e Aisling Franciosi in un momento di Speak No Evil

Quella di Tafdrup che durante una vacanza in Toscana conobbe una coppia amichevole dall’Olanda con cui trascorse molto tempo in loro compagnia. Pochi giorni dopo, Tafdrup ricevette per mail un invito a trascorrere alcuni giorni in loro compagnia in casa loro, in Olanda. Lì per lì considerò brevemente l’offerta, salvo poi non accettarla perché ritenne che sarebbe stato strano stare a così stretto contatto con persone che non conosceva poi così bene. Immaginò quindi cosa sarebbe potuto accadere se avesse accettato l’invito. Ecco, l’originale Speak No Evil è esattamente il frutto di una fantasia oscura. Un What If? con cui riflettere sulla paura dell’altro e quella primordiale dell’ignoto che spinge il pedale della crudeltà fino in fondo raccontando di uomini feroci e malvagità allo stato puro.

Speak No Evil di James Watkins, ora al cinema con Universal Pictures
Speak No Evil di James Watkins, ora al cinema con Universal Pictures

Un film senza filtri e censure, come tipico del buon cinema scandinavo. Nulla a che vedere con il rifacimento Blumhouse che sceglie invece una via altra per il proprio Speak No Evil. Quella del classico revenge movie dove sono i buoni a vincere ed è l’unità familiare e la forza del gruppo a fare la differenza, giocando di atmosfere e di istinto nel costruire una coltre da thriller-horror che inchioda alla poltrona e spezza in due il fiato pur non lesinando in momenti brillanti e sensuali (è anche un grande film sul desiderio). Il resto è merito di un comparto attoriale che farebbe la fortuna di qualsiasi regista. Perché sei anni dopo The Nightingale, la Franciosi è cresciuta ed è la perfetta psicotica controparte di un McAvoy esilarante, ipnotico, cattivissimo ed esplosivo nella sua fisicità in formato Split.

Alix West Lefler, Mackenzie Davis e Scott McNairy in una scena del film
Alix West Lefler, Mackenzie Davis e Scott McNairy in una scena di Speak No Evil

Dall’altra parte c’è un McNairy formidabile, tanto pauroso e dubbioso quanto eroico e risoluto, che va a ricomporre con una Davis d’azione le due parti del trio (l’altro era Lee Pace nda) che fecero le fortune di quel capolavoro seriale sempre troppo poco celebrato di Halt and Catch: Fire. Nel mezzo il nuovo Speak No Evil tra lande britanniche desolate, lingue tagliate e quella frase cult che adesso ha un sapore del tutto diverso («Perché ci avete fatto questo? Perché ce l’avete permesso»). Un remake di cui sentiremo parlare tanto e a lungo con una propria integrità filmica e in grado di camminare sulle proprie gambe, un film solido che cresce d’intensità, ma soprattutto, un (grande) thriller da non perdere.

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