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Oragravity: «L’ombra di Caravaggio e il nostro suono, tra Michele Placido e i Sigur Rós»

Umberto Iervolino e Federica Luna Vincenti raccontano la loro colonna sonora. Ma non solo…

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Federica Luna Vincenti e Umberto Iervolino pensano alle risposte per Hot Corn.

ROMA – Due mondi, due suoni che si incontrano e danno vita ad un nuovo percorso: per la colonna sonora de L’ombra di Caravaggio di Michele Placido, Umberto Iervolino e Federica Luna Vincenti hanno rafforzato il loro duo di nome Oragravity componendo una potente colonna sonora di dodici brani che mescola ambient e elettronica, classica e post-rock. «Da subito abbiamo pensato ad una colonna sonora epica, gotica, con archi e ritmica pulsante», riflette Vincenti, anche produttrice del film. «Insomma, un disegno quasi matematico per raccontare uno dei più grandi artisti pop rock della storia come Caravaggio». Per la nostra nuova puntata di Soundtrack abbiamo così chiesto agli Oragravity ispirazioni, influenze e riferimenti, tra il mai troppo pianto Jóhann Jóhannsson e il suono di Animali Notturni, ma non solo…

Federica Luna Vincenti e Umberto Iervolino ovvero gli Oragravity.

LA COLONNA SONORA – «La cosa più difficile nella scrittura della colonna sonora de L’ombra di Caravaggio? In realtà, a parte gli aspetti tecnici che riguardano la sincronizzazione e, quindi, tutti gli spostamenti dettati dalle modifiche al montaggio che vengono normalmente fatte in corso d’opera, non ci sono stati momenti di vera e propria difficoltà. Piuttosto possiamo dire ci siano stati momenti di riflessione su quello che le immagini ci ispiravano e la coerenza tra il linguaggio del regista e il nostro poiché volevamo che la musica fosse tutt’uno con il film…».

LA SCELTA – «Non abbiamo avuto dei riferimenti specifici, però abbiamo fatto una precisa scelta di suono allontanandoci da tutto ciò che potesse essere didascalico. Non volevamo riprodurre sonorità barocche, anche se peraltro sarebbe stata la strada più semplice, volevamo dare la percezione di uno strumentario differente, ibrido. Abbiamo lavorato molto sulla sintesi musicale inserendo anche elementi acustici come gli archi. Lavorare con Placido è stato artisticamente un’esperienza unica, perché il suo approccio nei nostri confronti è stato di totale apertura e fiducia. Ha lasciato che i nostri mondi sonori comunicassero tra di loro grazie alla sua capacità di visione».

L'ombra di Caravaggio
Michele Placido sul set de L’ombra di Caravaggio con Louis Garrel e Riccardo Scamarcio.

LA NASCITA – «Come nascono gli Oragravity? Ci ha fatto incontrare il nostro manager, Raffaele Checchia. Grazie a lui abbiamo avuto l’occasione di far dialogare i nostri mondi musicali e la sintonia ci ha portati alla creazione di Oragravity. I nostri compositori di riferimento? Quando ci siamo incontrati, siamo stati uniti proprio dagli ascolti che abbiamo condiviso. Tra i diversi musicisti di grande ispirazione senza dubbio ci sono gli M83, compositori anche di colonne sonore per serie TV e film, ma anche personaggi come Björk, Bon Iver, Ólafur Arnalds e i Sigur Rós, di cui siamo andati a sentire il concerto. Ciascuno di loro ha contribuito a contaminare il nostro suono».

I DISCHI DEL CUORE – «Quali sono le nostre colonne sonore preferite? Beh, le potremmo menzionare tutte, ma se proprio dobbiamo fare una scelta in mezzo alle molte, allora citiamo per prima la colonna sonora di La teoria del tutto, firmata da Jóhann Jóhannsson per il film con Eddie Redmayne nel ruolo di Stephen Hawking. Poi menzione d’obbligo anche per quelle firmate dal compositore polacco Abel Korzeniowski con la soundtrack di A Single Man, ma anche la sua magnifica musica scritta per Animali Notturni (titolo molto amato da noi di Hot Corn, leggi qui, nda) entrambi i film diretti da Tom Ford».

LE COLONNE SONORE – «Perché in Italia – nonostante la tradizione – il mondo delle colonne sonore è ancora poco celebrato? Probabilmente perché c’è un appiattimento musicale. Noi italiani abbiamo una grandiosa tradizione di compositori di colonne sonore: Ennio Morricone, Nino Rota, Giorgio Moroder, e via dicendo. Questi sono artisti che tutti ricordano, ma oggi le musiche sono quasi tutte basate sull’azione, sul sensazionale, sulla tensione. Giocano più sull’effetto sonoro che sull’effetto prodotto dal contenuto musicale vero e proprio, quasi ad ottenere musica d’ambiente senza quei temi che canti anche quando esci dalla sala del cinema…».

  • SOUNDTRACK | La nostra sezione dedicata alle colonne sonore
  • AUDIO | La colonna sonora de L’ombra di Caravaggio

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