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Federico Zampaglione, Morrison e quella lettera d’amore alla purezza della musica

Rock, vita, sogni: al quarto film da regista la voce dei Tiromancino parla (anche) di sé

Morrison: Giovanni Calcagno, Federico Zampaglione e Lorenzo Zurzolo
Morrison: Giovanni Calcagno, Federico Zampaglione e Lorenzo Zurzolo

ROMA – Il sogno di fare musica. Di essere liberi e viaggiare di locale in locale, a bordo di un camper scassato che macina chilometri e notti insonni. Dopo una pausa di otto anni, al suo quarto film da regista (riscoprite il suo esordio, Nero Bifamiliare, lo trovate in streaming su CHILI), Federico Zampaglione si stacca totalmente dall’horror e dal thriller per andare a toccare i tasti del romanzo di formazione, strizzando l’occhio – con le dovute misure – ai romanzi di Nick Hornby e ai biopic musical di matrice americana. E Morrison – in sala dal 20 maggio – per l’appunto, è liberamente ispirato proprio ad un libro, Dove tutto è a metà, scritto dallo stesso Zampaglione e Giacomo Gensini, che qui firmano la sceneggiatura del film. «Anche se le vicende di Morrison sono universali, l’obiettivo era quello di fare un film che girasse attorno alla musica», ha spiegato Zampaglione.

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I Mob!

E allora ecco il protagonista di Morrison, il giovane Lodo – interpretato da un volto che è ormai una certezza, Lorenzo Zurzolo, visto in Baby e Sotto il sole di Riccione –, che ha vent’anni e, come tutti i ventenni, vive la sua vita al massimo e pensa all’infinito. Un rapporto complicato con il papà, le ragazze e, soprattutto, la musica, Lodo è il frontman dei MOB, band indie che suona tutte le serie in uno storico locale romano, il Morrison, e aspetta il momento giusto. «Di musica ne ho fatta tanta, di musica buona e di musica meno buona. Ognuno ha avuto momenti sì e momenti no. Ma è un’utopia inseguire il successo», dice onestamente Zampaglione, quando fa il raffronto tra sé e il protagonista di Morrison.

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Lorenzo Zurzolo e Giovanni Calcagno

E infatti Lodo fa amicizia con una vecchia rockstar, Libero Ferri (Giovanni Calcagno), che cerca di tornare agli antichi fasti. L’incontro generazionale scatenerà nei due delle profonde e imprevedibili conseguenze. Fin dal titolo è chiaro che il film è una dichiarazione d’amore di Zampaglione alla musica – ma non quella da disco d’oro, bensì quella più sincera, vera e gagliarda – tanto che lui stesso considera Morrison più che un film, come «un’altra canzone dei Tiromancino». Un bel raffronto e, senza dubbio, una dichiarazione appassionata, dato che per sua stessa ammissione la pellicola gli fa tornare alla mente le sue serate d’esordio, quando era “solo” un ragazzo innamorato della chitarra e con la voglia di andare avanti, sognando un mondo strampalato che di certo non promette il successo. Anzi.

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Carlotta Antonelli, altra protagonista del film

E allora ciò che resta alla fine di Morrison è anche il segreto di Morrison: la memoria di un viaggio di rinascite e di passioni, passioni capaci di far superare anche gli ostacoli più grandi, passioni che in un’epoca avara di slanci e vita diventano anche un simbolo per superare la sindrome del post-pandemia. Il tutto, sotto le note libere e potenti del rock. Ah, dimenticavamo: orecchio a Er Musicista, canzone scritta per il film (qui potete ascoltarla) e cantata proprio dai Tiromancino in featuring con Franco126, un brano che è un altro piccolo biopic sulla vita di un musicista. Alzate il volume e andate al cinema.

  • Qui potete vedere il trailer di Morrison:

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