Ileana Dugato MILANO – Sette amiche, sette donne diverse tra loro, ognuna libera nell’esprimere la propria essenza ma accomunate da un passato – e purtroppo anche un presente – in cui la società non accetta ciò che sono veramente. Roberta Torre si mette dietro la macchina da presa per raccontarle in un documentario, Le favolose, che apre le Notti Veneziane alle Giornate degli Autori della 79. Mostra del Cinema di Venezia. Una storia di identità, conquistata e negata, attraverso i nomi che sono parte della storia del movimento transessuale in Italia e senza la cui lotta non saremmo dove siamo arrivati oggi.
Sono Porpora Marcasciano, Nicole De Leo, Sofia Mehiel, Veet Sandeh, Mizia Ciulini, Massimina Lizzeri e Antonia Iaia le protagoniste, affiancate da un cameo della modella e attrice Mina Serrano. Amiche sin dalla giovane età, hanno affrontato insieme gioie e dolori delle loro vite, attraverso il rifiuto delle famiglie, il percorso di transizione, le difficoltà del trovare un proprio posto nel mondo quando per la società loro non erano né donne né uomini, ma qualcosa in mezzo, al confine tra le due, che non poteva e non doveva essere accettato.
Porpora, Nicole, Sofia, Veet e Mizia si ritrovano in una casa che contiene tutti i loro ricordi e i loro fantasmi. I ricordi sono un armadio pieno di bellissimi vestiti che usavano mettere quando sulle loro spalle pesava molta meno esperienza del mondo; i fantasmi sono quelli di Massimina e Antonia, le due amiche del gruppo che non ce l’hanno fatta e che le hanno lasciate troppo giovani. Dietro il pretesto di una seduta spiritica per contattare Antonia, le cinque iniziano a raccontarci le loro storie, i loro percorsi, quello che in tanti anni di lotte e battaglie hanno imparato.
Le favolose è una meravigliosa e poetica immersione nelle vite di cinque donne trans* che hanno fatto del proprio corpo e della propria identità un atto politico. Dai primi passi nella prostituzione fino alla conquista della propria indipendenza, passando per quella che è la trave portante della storia, cioè il destino delle persone transessuali dopo la morte: Antonia, donna transgender, è stata seppellita dalla famiglia vestita da uomo, non potendo controbattere a una mentalità che ha voluto cancellare senza alcun ritegno il suo percorso, la sua identità, vanificando ogni piccolo traguardo che aveva conquistato nella sua vita per arrivare ad essere chi voleva davvero. Ne esistono tante, come Antonia, cancellate dall’odio e dall’incomprensione.
Quasi in punta di piedi, Roberta Torre scruta e registra i fortissimi legami che tengono unite quelle amiche, tentando di carpirne i segreti e di coglierne tutte le sfumature. Siamo con lei mentre riprende le loro battute, i loro abbracci, le loro carezze, mentre ci rendono partecipi delle loro vite e delle loro storie. Senza troppe pretese, Le favolose riesce a diventare un’imponente testimonianza a cui abbiamo l’onore di assistere, un racconto vero e pieno di emozioni, di dolore e di conquiste, attraverso le parole di chi ha messo in gioco sé stessa e la propria vita affinché un vero cambiamento arrivasse. Dagli anni Settanta ad oggi, continuano ad ispirare con la loro forza. Imperdibile.
Qui il trailer de Le favolose:
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