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Escape Room 2: Gioco Mortale | Quando un sequel diverte più dell’originale

Nuove trappole, nuovi protagonisti e un mistero ancora più fitto nel secondo capitolo diretto da Adam Robitel

Taylor Russell e Logan Miller in Escape Room 2: Gioco Mortale

ROMA – Novanta minuti in cui il franchise di Escape Room prende una nuova piega, facendosi ancora più complesso e ancora più misterioso. Chi è il Minosse che ha arichitettato il diabolico gioco del primo film? Chi sono i nuovi concorrenti? E soprattutto, c’è una via d’uscita dall’incubo? Escape Room 2: Gioco Mortale il sequel del thriller psicologico campione d’incassi del 2019, è ancora diretto da Adam Robitel, e ci fa ritrovare i protagonisti, Taylor Russell e Logan Miller, oltre alle new entry: Indya Moore, Holland Roden, Thomas Cocquerel e Carlito Olivero. La storia? Come ricorderete, nel primo capitolo della saga prodotta da Neal H. Moritz un gruppo di ragazzi, sconosciuti tra loro, si ritrovano loro malgrado a lottare per la sopravvivenza all’interno di un escape room a tappe.

Rachel (Holland Roden), Theo (Carlito Olivero), Nathan (Thomas Cocquerel), Brianna (Indya Moore), Zoey Davis (Taylor Russell) e Ben Miller (Logan Miller) in Escape Room 2
Holland Roden, Carlito Olivero, Thomas Cocquerel, Indya Moore, Taylor Russell, Logan Miller in Escape Room 2

Nel secondo capitolo, i sopravvissuti, Zoey (Taylor Russell) e Ben (Logan Miller), vogliono andare fino in fondo e provare a stanare e fermare l’organizzazione che ha ideato la trappola. Le tracce portano a Manhattan e così, sotto la subway, si ritrovano di nuovo bloccati insieme ad altri incosapevoli (?) concorrenti. La nuova sfida è iniziata ma scopriremo che questa volta ogni concorrente conosce bene il sadico gioco e, insieme, tenteranno di trovare una vita d’uscita dalle diaboliche stanze progettate dalla Minos Escape Rooms Corporation. E allora, se ve lo state chiedendo, sì Escape Room 2: Gioco Mortale è il film perfetto da vedere al cinema, per una serata all’insegna dell’intrattenimento facile e diretto, magari accompagnato da una bella bibita gassata per stemperare la tensione.

Escape room 2
Le nuove prove di Escape Room

Perché il sequel di Robitel ci fa subito entrare nell’azione e nel vivo della storia senza troppi giri di parole. La sospensione dell’incredulità è fondamentale quando si guarda un horror psicologico (ormai le etichette di genere sono fuse tra esse) ma l’idea di sviluppare un escape room all’interno di un vagone della Metro di New York City è un’intuizione tanto geniale quanto – per certi versi – veritiera, dato l’intricato sistema di scambi, linee e fermate che ha la metropolitana più iconica del mondo. Andando più avanti nel “gioco” però Escape Room 2 si addentra anche nell’immaginario tipico di un videogioco, in cui ogni player possiede caratteristiche ben definite che, nell’insieme, rendono il gruppo ben assortito e, di conseguenza, artefice dei diversi colpi di scena che a pochi minuti dalla fine cominciano a susseguirsi senza un attimo di tregua. Divertente.

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Qui la nostra intervista a Holland Roden e Logan Miller:

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