ROMA – Ricordate? Era il 2017 quando Kathryn Bigelow e il giornalista Mark Boal tornarono a collaborare – dopo The Hurt Locker e Zero Dark Thirty – per raccontare (ancora una volta) un pezzo di storia americana più o meno recente. O meglio, per narrare un’altra macchia sulla bandiera a Stelle & Strisce. Così, spostandosi dalle basi militari alla secret room in cui Jessica Chastain ha attuato il piano per catturare Bin Laden, la regista e lo sceneggiatore arrivarono in Michigan, e con Detroit decisero – ben prima del movimento Black Lives Matter – di illuminare una delle parentesi più ostili e vergognose che segnarono le lotte civili durante le rivolte per gli euguali diritti razziali.
Siamo nel 1967, l’anno della guerriglia di Detroit, l’anno in cui le retate della polizia nei ghetti dei neri erano violente, spietate e improvvise. Un periodo di grande tensione, che sarebbe proseguito nel 1968 con l’uccisione del Reverendo Martin Luther King, e che vide l’incidente dell’Algiers Motel come una delle macchie più ingiustificate e brutali di quella stagione. Ed è proprio quel momento (dimenticato) che la Bigelow e lo sceneggiatore Boal hanno voluto riportare nel film, posando l’attenzione su quel 25 luglio del 1967. Due giorni dopo l’inizio della rivolta di Detroit.
Il motivo della protesta è semplice: stanchi del continuo stato di oppressione della città e del quartiere, gli abitanti hanno cominciato a creare disordini e manifestazioni. Quello che è successo all’Algiers Motel è stato una conseguenza dello stato delle cose, un fatto per anni rimasto confuso, ma da cui è poi uscita la verità. L’incidente è cominciato quando Ted Thomas, membro della Guardia Nazionale dell’Esercito, ha riferito di aver sentito degli spari all’Algiers. La polizia di Detroit, la polizia di stato del Michigan e altri membri della Guardia Nazionale si sono ritrovati sul posto, credendo di dover fermare un cecchino nascosto nell’edificio.
Il motivo dello sparo? Tutt’altro rispetto a quanto immaginato. Si trattava, infatti, di tre uomini di colore e due ragazze bianche che, durante una serata in camera ad ascoltare musica, avevano fatto partire un colpo direttamente attraverso la finestra. Non basta però. Così le guardie armate fanno irruzione nell’hotel uccidendo il diciassettenne Carl Cooper, il più giovane dei ragazzi presenti. In seguito la polizia affermerà di aver trovato il ragazzo già morto in una stanza del primo piano e nessuno sarà mai incolpato per il suo omicidio.
Gli altri ospiti del motel furono radunati dagli agenti e messi contro un muro della sala al primo piano e le giovani Juli Hysell and Karen Molloy furono addirittura fatte spogliare (la scena nel film è tanto reale quanto sconvolgente). Ad un certo punto Melvin Dismukes, una guardia di sicurezza nera di un negozio vicino, entrò nella dependance mentre gli agenti tenevano gli ospiti contro il muro. Dopo aver abusato verbalmente, fisicamente e psicologicamente i ragazzi, furono ben tre i corpi ritrovati senza vita nell’hotel. In più fu chiesto ai sopravvissuti di tacere e i poliziotti coinvolti dichiararono di aver sparato a due dei ragazzi nell’hotel per legittima difesa.
Solo nel 1969 i poliziotti furono portati in aula, ma non per avere la pena che meritavano. Due di loro furono assolti da una giuria composta solamente da bianchi (nonostante uno di loro avesse confessato), un altro venne invece accusato di omicidio di primo grado, ma il giudice archiviò la sua pratica poiché all’imputato non erano stati letti i suoi diritti. Nonostante i verdetti di non colpevolezza, l’incidente dell’Algiers ha continuato a catalizzare l’attenzione nel corso dei decenni.
Nel 1967 e nel 1968 il reporter investigativo John Hersey intervistò i sopravvissuti, i membri delle famiglie delle vittime e i poliziotti coinvolti. Quelle interviste divennero poi la base per il suo libro The Algiers Hotel Incident uscito nel 1968. Le famiglie degli agenti coinvolti intentarono azioni legali contro i colleghi della polizia che accusarono i tre ufficiali rei di omicidio, che finalmente furono costretti a lasciare le forze dell’ordine. L’Algiers è stato ribattezzato Desert Inn subito dopo l’incidente e, alla fine, demolito nel 1979.
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