Alice Lanzani MILANO – Adattamento del romanzo Tempête au haras di Christophe Donner, da cui è tratto il graphic novel Corri, Tempesta! di Jérémie Moreau (edito in Italia da Tunué), Il mio amico Tempesta è il nuovo film del regista canadese Christian Duguay che già aveva firmato un grande film sui cavalli dieci anni fa con Jappeloup. Questa volta però Duguay racconta (anche) un romanzo di formazione, seguendo la piccola Zoe nella sua crescita nel corso del tempo con due genitori come Mélanie Laurent e Pio Marmaï. Ecco cosa ci ha raccontato.
L’INIZIO – «I produttori Maxime Delauney e Romain Rousseau – che avevano amato il mio Jappeloup con Guillaume Canet – hanno contattato il mio agente perché mi stavano prendendo in considerazione per l’adattamento del romanzo di Christophe Donner, Tempête au haras. Devo ammetterlo: all’inizio ero scettico, perché pensavo che un altro progetto sui cavalli e i bambini dopo Jappeloup avrebbe potuto etichettarmi come regista dei cavalli (ride, nda). Ma il romanzo mi era piaciuto molto, non tanto per la descrizione che fa del mondo delle corse, quanto per la forza emotiva di quelle pagine. A Christophe poi è piaciuta talmente la sceneggiatura del film che è stato così gentile da farci da consulente…».
IO E ZOE – «Zoe è interpretata da tre attrici nelle diverse età. Inizialmente avevo scelto Carmen Kassovitz (figlia di Mathieu, nda), che è una brava cavallerizza, poi però ho dovuto trovare un’attrice di dieci anni. Avevo bisogno che tutte e tre le ragazze avessero qualcosa in comune. Così, io e la mia direttrice casting, Valerie Espagne, abbiamo cercato e cercato per mesi. Volevo qualcuno con cui potessimo immedesimarci, ma che avesse anche una certa determinazione. Abbiamo trovato Charlie Paulet che ci ha fatto sentire come se, a dodici anni, fosse cresciuta in questo ambiente fin dalla nascita. Per quanto riguarda June Benard, che interpreta Zoe a cinque anni, la sua follia e la sua passione riescono a far nascere una tenerezza incredibile nello spettatore».
IL MIO CINEMA – «Come spesso accade nei miei film, i personaggi si forgiano attraverso i problemi che si trovano ad affrontare sulla loro strada. Mi piace vedere le personalità plasmate dalle loro esperienze di vita. Anche perchè, lungi dall’essere feriti dagli ostacoli, tutti ne escono migliorati. Nei miei primi film, la serie Giovanna d’Arco con Leelee Sobieski oppure Human Trafficking – Le schiave del sesso con Mira Sorvino, ma anche in Jappeloup oppure in Un sacchetto di biglie (che vi avevamo raccontato qui, nda), i personaggi diventano quello che sono proprio perché superano le difficoltà…».
LA DOPPIA NASCITA – «La doppia nascita che si vede all’inizio de Il mio amico Tempesta stabilisce il tono del film. Era nel libro e l’abbiamo sfruttata. Mi chiedevo se la sequenza non corresse il rischio di essere troppo cruda, ma ero sicuro che il risultato potesse essere potente. I legami tra i protagonisti e la cavalla sono stabiliti fin dall’inizio, in modo che il pubblico possa vedere le somiglianze. Era il primo giorno di riprese e gli attori sono stati straordinari. Pio Marmaï, una persona molto concreta, affettuosa, e Melanie Laurent, incredibilmente vera ed emozionante. Grazie a loro, la scena non è recitata, ma autentica».
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- VIDEO | Qui il trailer de Il mio amico Tempesta:
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