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Antlers – Spirito Insaziabile | Miti, leggende e quell’horror movie che non ti aspetti

Scott Cooper dirige, Benicio del Toro produce: il risultato? Una bella sorpresa. Narrativa e visiva…

Antlers
Antlers

ROMA – Antlers di Scott Cooper, oltre ad essere una piacevole sorpresa, conferma in modo marcato quanto il cinema horror contemporaneo stia vivendo un’epoca totalmente nuova, sia dal punto di vista narrativo che estetico. Basato sul racconto The Quiet Boy di Nick Antosca e con la sceneggiatura firmata da C. Henry Chaisson insieme agli stessi Nick Antosca e Scott Cooper, il film è prodotto da una schiera di nomi che hanno – a ben veduta – creduto nel progetto: Guillermo del Toro, David S. Goyer e J. Miles Dale. La storia? Ci porta in un’isolata cittadina dell’Oregon, quelle in cui l’autunno sembra durare un’infinità, tra la nebbia fitta e un’incessante pioggia, che rende fangose le strade boschive divelte dall’estrazione di carbone. Come spesso accade si conoscono un po’ tutti, e tutti coltivano segreti più o meno indicibili.

Keri Russell in Antlers
Keri Russell in Antlers

Però poi ecco il timido Lucas (Jeremy T. Thomas) comincia a disegnare strane figure durante la lezione. A notarle la maestra Julia Meadows (Keri Russell) che, indagando, viene trascinata insieme al fratello sceriffo Paul (Jesse Plemons) nel bel mezzo di una terrificante leggenda che ha per protagonista un’ancestrale e spaventosa creatura. Ecco, Antlers di Scott Cooper enfatizza in modo attuale e orrorifico il vecchio detto “non svegliare cane che dorme”. Già perché dietro l’aspetto pauroso (nemmeno poi troppo marcato), la morale da individuare è quella ecologica: la creatura in questo caso è un windigo, risvegliata dagli scavi minerari che hanno deturpato la meravigliosa regione dei Grandi Laghi.

Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas e Keri Russell
Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas e Keri Russell

Lo spirito – secondo la mitologia dei Nativi Americani – assume sia contorni umanoidi che mostruosi, ricordando per certi versi l’aspetto di un’alce. Senza rivelarvi troppo, il windigo si è generato da un uomo divenuto cannibale per poi tramutarsi in una sorta di spirito immortale e infernale. Chiaro dunque il potere narrativo e immaginifico che ha una figura del genere, perfetta per essere trasportata in un lungometraggio ad alto tasso d’intrattenimento che, però, non sfugge ad una forma dal fortissimo impatto cinematografico, dando ad Antlers quella qualità scenica e quella grana visiva (menzione speciale ad Florian Hoffmeister, direttore della fotografia) che va a sopperire le naturali e fisiologiche debacle della storia.

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Sul set

Ma in fondo Scott Cooper non intende spaventare più di tanto, bensì ci tiene a dimostrare di essere un ottimo regista (riscoprite Crazy Heart e Il Fuoco della Vendetta) giocando con i colori primari, risaltandoli nell’atmosfera ovattata e nebbiosa del paesaggio, così da dare alla messa in scena un’aspetto spettrale e folgorante. E poi il cast, altro elemento chiave di Antlers: Keri Russell e Jesse Plemons sono due fuoriclasse, ma la sorpresa arriva dal piccolo Jeremy T. Thomas, tanto spaventato quanto inquietante. Quindi non è un caso che sul film ci sia (anche) la firma produttiva di Guillermo del Toro, che come ammesso dallo stesso Cooper ha portato passione ed entusiasmo nel progetto, essendo da sempre affascinato dalla mitologia e dalle leggende, e facendo sì che il film restasse fedele a sé stesso in modo da rappresentare (e rispettare) il suo metaforico significato e brutale significato: il male, una volta generato, non si può fermare. Da non perdere.

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Qui il trailer di Antlers:

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