ROMA – Luca e Toni vivono in un piccolo paese di provincia in cui non succede mai niente. Sono sempre stati amici e lavorano anche insieme come paramedici. Un giorno viene chiesto loro di trasportare un paziente fuori dall’Italia perché ha bisogno di cure speciali. Si chiama Emir, deve tornare in Serbia e ha chiesto a Maria, la figlia che non vede da diversi anni, di accompagnarlo. La verità è che l’uomo vorrebbe recuperare il rapporto con lei prima che sia troppo tardi. Durante il tragitto, però, si scoprirà che le cure di cui Emir ha bisogno nascondono in realtà ben altro. Animali Randagi, opera prima di Maria Tilli, una produzione Eagle Original Content con Rai Cinema con protagonisti Giacomo Ferrara, Andrea Lattanzi, Ivan Franek e Agnese Claisse, in sala dal 27 giugno con Adler Entertainment.
Un progetto personale per la Tilli, radicato nella provincia e nella vita: «Animali Randagi nasce innanzitutto da questa mia personale esperienza emotiva. È una storia di provincia nata anche dalle più piccole cose raccontate al bar del paese dopo le 2 di notte. È ambientata inizialmente in un luogo in cui ogni giorno è uguale al precedente, fatto di zone industriali semi-deserte, centri storici svuotati e di un lago artificiale che nasce ai piedi di una diga. In questa monotonia ed apatia, purtroppo, l’unico svago o principale passatempo sono l’alcol e la droga. I personaggi sono due trentenni di oggi, la generazione che vive a casa coi genitori e che non crede nel futuro; sono amorali e spregiudicati. Quando ai due si presenta l’occasione di evadere dalla monotonia, con un viaggio oltre il confine nazionale, loro accettano subito».
Non per necessità, né per dovere, ma per una ragione ben precisa e molto più semplice: «Solo per trasgredire, per spostare il limite della noia un po’ più in là, non per fuggire e cominciare una nuova vita». L’uno, Luca, più spavaldo, chiassoso e totalmente incurante delle proprie azioni, ma anche fragile e spaventato dalla vita. L’altro, Toni, più umano ed empatico, scosso nel profondo dinanzi alla rivelazione della vera ragione del loro viaggio. Li portano in scena due bravi e ispirati Lattanzi e Ferrara che navigano nelle dimensioni caratteriali delineate dalla Tilli di sfumature e colori tra sogni e speranze di una vita monotona, o forse, mono-tonale. Quindi il viaggio di Animali Randagi come road movie esistenziale in salsa neo-western che è esplicitazione degli archi di trasformazione tra nuove consapevolezze e (ri)scoperta di un sé più autentico.
Su Luca e Toni e gli sviluppi della loro dinamica relazionale, infatti, la Tilli costruisce un Animali Randagi racconto delicato che con semplicità e immediatezza ci parla della vita, delle morte, del dolore che nasce dall’impossibilità di lasciare andare, e di padri e figli. Ma anche di empatia e di libertà di scelta. Una su tutte: se essere randagi – e quindi perennemente in giro, in movimento, senza legami e ragioni – o domestici, e quindi comodi e al sicuro, ma anestetizzati negli impulsi vitali. Un film piccolo-ma-grande, Animali Randagi, una ballad spirituale e terrena di valenza universale, un esordio destinato a lasciare il segno.
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