ROMA – Chi è Zoe? Nata nelle scuderie dei suoi genitori, Zoe è cresciuta circondata da cavalli e il suo sogno è sempre stato quello di diventare una fantina, al punto che Tempesta, una puledra che conosce dalla nascita, diventa praticamente il suo alter ego, un inseparabile amico. Fino a una notte di bufera, quando Tempesta, in preda al panico, cade su Zoe e manda in frantumi i suoi sogni. Contro ogni previsione, la ragazza però si rialzerà e tenterà l’impossibile per ricongiungersi al suo destino. Parte da qui Il mio amico tempesta, nuovo film di Christian Duguay tratto dalla graphic novel Corri, Tempesta!, di Christophe Donner e Jérémie Moreau (edito in Italia da Tunué, qui) e con protagonisti Mèlanie Laurent, Pio Marmaï e Carmen Kassovitz.

Un film nato dall’esigenza di Duguay di parlare di cavalli, sì, ma soprattutto di una famiglia: «Volevo parlare di una famiglia alla ricerca del Graal, le cui speranze svaniscono quando vengono colpiti da una tragedia», ha spiegato il regista. «Ma la famiglia si rimette in piedi, perché Il mio amico tempesta parla soprattutto di resilienza. Philippe, il padre, è al centro della prima parte, ma l’asse narrativo si sposta poi su Marie, la madre, quando Zoe riprende il controllo sulla sua vita. Ciò che è piaciuto a me e a Lilou Fogli in questa costruzione, che si discosta dalla trama di Corri, Tempesta! è proprio questo: ogni personaggio ha il suo posto e Marie, che a un certo punto prende il comando, ha un’evoluzione emotiva…».

A differenza dell’opera originale, Duguay ha preferito rimarcare altri aspetti del concept: «Non abbiamo fatto ruotare la trama di Il mio amico tempesta intorno al gioco d’azzardo perché volevo concentrarmi su Zoe, senza tralasciare gli allenamenti. La cosa più importante era mostrare il mondo in cui si svolge la storia, dove c’è il massimo rispetto per gli animali. Il cavallo viene allevato con uno spirito di competizione, gli piace correre, e si vede come le interazioni tra gli esseri umani e i cavalli possono essere benefiche. Hanno virtù spirituali. I cavalli comunicano con noi a modo loro, al di là del linguaggio verbale. Questo processo, rappresentato da Sebastien ha un ruolo nella rinascita di Zoe e nel suo percorso di resilienza». Un film perfetto per tutta la famiglia.
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