ROMA – Sei episodi per raccontare una strage dimenticata: quella della caccia alle streghe nel XVII secolo. Luna Nera, terza serie italiana targata Netflix, è un unicum nel nostro panorama televisivo. Sia per lo sforzo produttivo che per il ricorso al genere fantasy, quanto mai appropriato per la storia. La protagonista è una giovane che, accusata di stregoneria in seguito alla morte di un neonato, è costretta a rifugiarsi in una comunità di donne dai poteri straordinari. La ricerca della propria identità, quindi, va di pari passo all’atavica lotta delle donne per difendere diritti e libertà. Hot Corn ha incontrato le tre registe, Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi, assieme a Tiziana Triana, autrice del ciclo di romanzi a cui la serie si è ispirata. Tutte sono concordi su una questione: chiedere scusa a queste donne ingiustamente perseguitate si può e si deve. «Abbiamo cercato di dare loro il giusto riscatto con questa serie ed è stato il fantasy a permetterci di farlo. Da donne umani, diventano potenti», ci ha spiegato Francesca Comencini.
- Tra magia e ribellione | Luna Nera, fantasy sul riscatto delle donne
Qui potete vedere la nostra video intervista per Luna Nera:
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