Alexia Muti Senza fare inutili dietrologie populiste, c’è un solo genere televisivo che per anni è stato appannaggio della vecchia, cara razza bianca: la soap-opera.
Da Dallas a Beautiful, niente ti ricorda di più che là fuori c’è un mondo (più o meno) glamour, fatto di sfilate di moda, diamanti e madri dalla dubbia moralità. Sì, Brooke, sto parlando proprio con te.
Ma nell’anno domini 2015, in barba alle future elezioni di trumpiana memoria e tutti i Ridge Forrester ancora là fuori, arriva una serie che finalmente capovolge questi diktat trentennali: via lustrini e merletti, avanti hip-hop e pistole. Benvenuto, Empire.
Empire accoglie in sé i drammi e gli intrighi tipici delle soap di stampo Dynastiano in un contesto ultramoderno, tra guerre di successione, disturbi della personalità, crimini di vario livello, omosessualità e molteplici anni di prigione con una strizzata d’occhio, secondo il suo creatore Lee Daniels, al mitico Re Lear di Shakespeare.
Un cast stellare – due su tutti: Terrence Howard (The Wayward Pines, Law & Order: LA) e Taraji P. Henson (Il diritto di contare, Il curioso caso di Benjamin Button) – e delle guest star che sono il fiore all’occhiello della musica nera e non: Timbaland, che ne ha curato le musiche fino alla terza stagione, Cuba Gooding Jr, Demi Moore, Mary J. Blige: questi sono gli ingredienti principali che hanno fatto di Empire una serie capace di far avvicinare l’audience media al mondo dell’hip hop in modo del tutto innovativo.
Nonostante infatti gli attori battano di numero le presenze femminili, basterebbe anche solo lei, Cookie, a tenere banco per tutti: dopo diciassette anni di galera torna con un guardaroba che Chiara Ferragni scansati, idee migliori di quelle del marito e il pugno fermo di una madre-leonessa che non ha ancora perso gli artigli. Le donne, in Empire, non stanno quasi mai a guardare, e anzi, sono ben più pericolose delle loro controparti maschili, troppo occupati come sono a mantenere un’immagine pubblica cool e ossessionata.
Allora forse di questo parla, veramente, Empire: del potere delle donne di esserci anche quando non ci sono fisicamente, di porsi come ago della bilancia anche nelle situazioni più nere, di lottare sempre, anche quando tutto sembra dirti di arrendere.
“Le strade non sono fatte per tutti, ecco perché ci sono i marciapiedi” – Cookie
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