Viviana Maccarini «Lizzie Borden took an axe and gave her mother forty whacks. When she saw what she had done, she gave her father forty-one…»: così riecheggia una famosa filastrocca popolare americana, in cui si racconta di Lizzie Borden che un giorno del 1892 prese una scure e diede a sua madre quaranta colpi. Quando si rese conto di quel che aveva fatto ne diede quarantuno anche al padre. E partirà proprio da qui la nuova – ennesima – sfida di Kristen Stewart, che dopo la fine di Twilight ha praticamente disertato Hollywood in favore del cinema indipendente sia americano che francese, alternando pellicole molto diverse tra loro, dalla collaborazione con Olivier Assayas a Equals di Drake Doremus.
Questa volta il film si chiamerà Lizzie e protagonista della vicenda sarà Chloë Sevigny, mentre la Stewart interpreterà la domestica Bridget Sullivan, unica altra presenza all’interno della casa il giorno dell’omicidio. Il regista, Craig William Macneill, approfondirà però anche il rapporto tra le due donne, fino a mostrarne addirittura una presunta relazione amorosa come si evince dalla prima immagine qui sopra. Il film verrà presentato in anteprima al Sundance il 19 gennaio.
Ma chi era Lizzie Borden? Lizzie – la vedete nel ritratto qui a fianco – venne accusata di aver ucciso a colpi d’ascia il padre e la matrigna, e il processo per la sua condanna fu molto simile a quello di O.J Simpson, conclusosi con una sentenza di assoluzione nonostante i gravi indizi. Le prove che incastravano Lizzie erano chiare, anche il movente palese, eppure, forse per l’abilità dell’avvocato o per lo sguardo di Lizzie, la donna riuscì a capovolgere il processo portando alla luce un esito inaspettato. Il suo caso è uno dei più celebri casi giudiziari americani, al centro di libri come Lizzie Borden: The Legend, the Truth, the Final Chapter di Arnold R. Brown.
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