Hot Corn Staff Wormwood è il titolo della nuova serie Netflix, già disponibile sulla piattaforma: diretta da Errol Morris, Oscar per il miglior documentario con The Fog of War – La guerra secondo Robert McNamara (2003) e presentata fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia, racconta della reale e controversa morte di Frank Olson, scienziato che aveva lavorato a progetti segreti del Governo e che si uccise gettandosi dal tredicesimo piano dell’hotel Slater di New York. Era il 1953. I suoi familiari non hanno però mai creduto all’ipotesi del suicidio, sostenendo che l’uomo sia stato in realtà assassinato dalla CIA che, probabilmente, temeva potesse divulgare qualcosa delle sue ricerche che non si doveva sapere.
LA TRAMA
A metà tra fiction e documentario, Wormwood ruota attorno a Olsen – interpretato dal sempre ottimo Peter Sarsgaard – coinvolto nel misterioso programma di condizionamento mentale denominato MK-ULTRA e in seguito negli studi sugli effetti dell’LSD, per i quali si vociferava fossero state utilizzate cavie umane. La serie, composta da sei puntate, prende il via dalla violenta morte di Olson, per poi concentrarsi sulle indagini del figlio, determinato a scoprire la verità sulla morte del padre.
Lo stile è quello documentaristico tipico di Morris, che si avvale di filmati d’archivio e reali testimonianze a cui affianca la ricostruzione degli eventi effettuata dagli attori, fra i quali, oltre a Sarsgaard, troviamo Bob Balaban, Scott Shepherd, Callie La Personerie e Jack Michael Doke (quest’ultimo nel ruolo di Frank Olsen da giovane). La vicenda è tuttora senza soluzione: se, infatti, la CIA si è vista costretta a risarcire la famiglia Olson con 750.000 dollari, sulla sua morte non è mai stata fatta giustizia.
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