Ileana Dugato MILANO – È una serie thriller che sfocia nell’horror, nel mistero e nel sovrannaturale, ma allo stesso è tutto ciò che non ci si aspetterebbe viste le sue premesse iniziali. The Devil’s Hour, la nuova serie targata Prime Video e creata da Tom Moran, è un prodotto inaspettato, una novità (finalmente) all’interno del suo genere. Serie che, oltre a una trama tutta da scoprire, conta anche su un cast di tutto rispetto, con Jessica Raine, Nikesh Patel e Peter Capaldi come super protagonisti. Ma di cosa parla questo horror-thriller capace di scardinare così tanti cliché?
Per chi è famigliare con la lore del sovrannaturale, The Devil’s Hour ci catapulta subito alla fatidica ora del diavolo: le 3:33 del mattino. La metà esatta del numero satanico ha dato adito a tante leggende e superstizioni sul famigerato orario in cui si presume che il diavolo si metta al lavoro. E, in effetti, tutto nella serie di Moran fa pensare che questo sia il territorio in cui ci muoviamo. Lucy (Jessica Raine) si sveglia ogni notte a quell’ora dopo aver attraversato incubi che le mostrano immagini orribili. Suo figlio, il piccolo Isaac, non sembra passarsela meglio: sta quasi sempre in silenzio, non sorride mai e non esprime emozioni come gli altri bambini, dice di vedere delle ombre che si aggirano per casa.
Ci vuole poco perché sorga il dubbio che The Devil’s Hour sia un’altra storia che conosciamo, magari di un bambino che potrebbe essere posseduto o succube di un’entità del male. Ed è qui che la serie gioca una carta geniale: le premesse sono lì per ingannare chi guarda, trascinandolo poi in tutt’altra direzione. Presto il suo horror si mescola ai limiti della fantascienza, passando da demoni e fantasmi a viaggi nel tempo, metafisica e vite rivissute all’infinito. Non c’è troppo da stupirsi: tra i produttori, infatti, compare anche Steven Moffat, firma storica della BBC dietro a titoli come Sherlock e, restando in tema, Doctor Who, considerando anche la presenza del Dodicesimo Dottore, Peter Capaldi.
La serie funziona e funzionano alla grande anche le interpretazioni dei suoi protagonisti. Jessica Raine fa un ottimo lavoro con la sua Lucy ma su tutto spicca proprio Peter Capaldi, a cui spetta il compito più difficile. Essere, cioè, il deus ex machina che nel corso dei sei episodi da sessanta minuti svela tutti i misteri che permeano la serie. E sono davvero tanti, considerando che fino all’ultimo episodio le domande non fanno che accumularsi. Il Gideon di Capaldi è l’uomo che dovrebbe avere tutte le risposte, confinato per tutta la durata della serie in una stanza degli interrogatori ammanettato al tavolo. Non troppo spazio per muoversi, ma a Peter Capaldi davvero bastano le sue espressioni facciali per trasformarsi in un individuo inquietante che non si riesce a smettere di ascoltare.
Con The Devil’s Hour, il bersaglio è centrato in pieno. Il suo mystery non è mai banale, i suoi momenti di tensione e suspense e i suoi plot twist sono perfettamente pesati e posizionati. Una nota di merito anche alla regia di Johnny Allan, già regista di The Irregulars, che riesce a trovare il giusto equilibrio fra thriller e horror contemporaneo nelle sue scene. Servirà solo un po’ più di attenzione alla fine, quando tutto viene svelato e i meccanismi si fanno più complessi, ma ne vale davvero la pena e c’è anche un po’ di gusto nel provare ad anticipare i colpi di scena. Non è sempre possibile, ma il Gideon di Peter Capaldi ne sa davvero uno più del diavolo…
Qui sotto il trailer di The Devil’s Hour:
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