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HOT CORN Radio | L’eterno ritorno di Yann Tiersen, in fuga da Amélie Poulain

Diciassette anni dopo il cult di Jeunet il compositore ha cambiato vita. E ritorna in Italia in tour

Yann Tiersen. Foto Mute Records.

Qualcuno ricorda il momento quasi come fosse ieri: era il 25 gennaio 2002 quando in sala arrivò un piccolo film francese che conquistò cuori e sguardi, diventando immediatamente un cult. Si chiamava Il favoloso mondo di Amélie e, oltre alla sceneggiatura di Jean-Pierre Jeunet e al volto delizioso di Audrey Tautou, tra i punti di forza aveva una colonna sonora meravigliosa, firmata da un compositore bretone fino allora poco noto in Italia: Yann Tiersen. Mescolando fisarmonica, piano e orchestra, Tiersen riuscì a rendere i venti pezzi che componevano la colonna sonora un classico del cinema di inizio millennio.

Insomma, abbastanza per vivere di rendita per il resto dei giorni, continuando a risuonare il tema di Amélie e facendosi pagare per infiniti tour. Invece Tiersen, da sempre inetichettabile, dopo quel successo ha cambiato strada, prima ha flirtato con l’elettronica e il rock, poi ha girato l’Europa con un gruppo, ritornando alle colonne sonore poche volte (una per tutte: Good Bye Lenin!) e spesso per documentari o cose molto selezionate e particolari, vedi Ciclo oppure l’apocalittico documentario Ouragan, l’odyssée d’un vent, in cui i registi Cyril Barbançon e Jacqueline Farmer – aiutati da filmati della NASA – seguivano le conseguenze catastrofiche di un uragano attraverso tre continenti, dal Senegal al Texas.

Adesso riappare con un nuovo disco appena pubblicato, ALL, registrato sull’isola di Ouessant, al largo dell’amata Brest, e con un nuovo tour che lo porterà in Italia per cinque date: il 14 e il 15 marzo a Milano, il 16 a Roma, il 17 a Bologna e il 18 a Torino. Qui sotto potete vedere il video di Tempelhof, girato all’Eskal, il nuovo studio di Tiersen, un centro sociale costruito in una discoteca abbandonata proprio a Ouessant. Un pianoforte malinconico che, inevitabilmente, rimanda alla dolce, cara, ormai lontana, Amélie. E chissà che un giorno non ritorni…

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