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Woody Harrelson: «Tra Venom, Palo Sorrentino e gli zombie? Mi metto a fare yoga»

Da Cheers ad Hunger Games fino a quel copione che sta scrivendo: l’attore si racconta a Hot Corn

L'arrivo di Woody Harrelson al Giffoni

GIFFONI – Camicia di lino, Borsalino e sandali: Woody Harrelson ha abbracciato in pieno lo stile della Costiera Amalfitana per incontrare i giurati del Festival per ragazzi di Giffoni, durante il quale ha ripercorso la sua carriera, elargito consigli ai cineasti di domani e anticipato i prossimi progetti. Ha inoltre commentato il pionieristico debutto da regista con Lost in London di due anni fa. Per l’occasione ha realizzato un lungometraggio in piano sequenza di 100 minuti girato a Londra e proiettato in diretta in oltre 550 sale statunitensi. Intanto coltiva il sogno di realizzare un copione che sta scrivendo, The misadventures of Mr. Fitz, una slapstick comedy ambientata in Irlanda. Sul seguito di Venom, invece, è entusiasta: «Spero proprio di rendergli giustizia, mi aspetto grandi cose».

Woody Harrelson

LBJ «Il vero punto di svolta della mia carriera è arrivato con Cin Cin (Cheers) anche se dopo ho faticato a trovare lavoro, salvo poi ritornare sul set con Dark Hollywood e Chi non salta bianco è. Di sicuro però il momento più delicato me lo ha regalato LBJ: non lo avrei mai creduto perché il presidente Johnson era texano come me, eppure non potremmo essere più diversi. La chiave con cui mi ci sono approcciato al film di Rob Reiner resta comunque quella che uso per tutti i personaggi: evito di giudicarli, mi metto nei loro panni, cerco di capirli e trovare una chiave emotiva che mi dia accesso alla loro interiorità».

Woody Harrelson è Lyndon B. Johnson

IL SET «Le riprese? Per calmarmi e prepararmi al meglio, soprattutto prima di una scena delicata o importante faccio di tutto per rilassarmi, ad esempio inizio a fare yoga. Quando sono a teatro invece in camerino prima di salire sul palco metto un sottofondo di musica classica. E se devo dividere la scena con qualche gigante della recitazione allora provo a familiarizzarci prima, per instaurare un rapporto di fiducia che è alla base di ogni legame».

Woody Harrelson e i selfie al Giffoni

LA FAMA «Oggi la gente vuole essere famosa per essere famosa e non in base ai meriti, tutt’altro progetto invece è fare l’attore per dedicarsi all’arte e seguire i propri sogni. Quando mi sono trasferito a New York all’inizio è stata dura, ho collezionato molti rifiuti, spesso in malo modo quando un direttore di casting mi consigliava di cambiare mestiere o commentava tratti del mio aspetto o della mia performance per stroncarmi. Ecco, i no fortificano e non devono intaccare la fiducia in se stessi. Io ho sempre cercato di perseverare».

Woody Harrelson, giovanissimo, in Cheers (Cin Cin)

LA LUNA «In questi giorni ricorre un anniversario importante e che io ricordo molto vividamente. Quel giorno mi trovavo davanti alla tv con la nonna, la bisnonna e la tata ed erano tutte preoccupatissime che qualcosa potesse andare storto per gli astronauti. Quando mi sono trasferito dal Texas a Lebanon, Ohio, mi sono ritrovato con un coetaneo al liceo che per il lavoro del papà si era spostato dagli stessi luoghi. Rra Mark, il figlio di Neil Armstrong, di cui sono ancora molto amico, al punto che l’altro giorno mi ha mandato un video della figlia Callie che ha scritto, musicato e cantato inserito nel documentario del nonno. Ha davvero talento».

Natural Born Killers: Juliette Lewis e Woody Harrelson

ASSASSINI NATI «A proposito di film memorabili non posso non citare Assassini Nati, che mescola generi diversi e porta sullo schermo qualcosa che non si era mai visto prima. A dirla tutta l’ho sempre considerata una specie di commedia romantica un po’ fraintesa, motivo per cui l’uscita ha attirato molte grane».

Ai tempi del primo Zombieland, era il 2009

ZOMBIELAND 2 «Gli Zombie? Questo progetto ha iniziato a circolare anni fa, vedevamo copioni su copioni ma nessuno andava bene e venivano puntualmente bocciati. Almeno fino all’arrivo provvidenziale di Paul Wernick, lo sceneggiatore di Deadpool: era la persona giusta e ha centrato il segno. Assieme ad Hunger Games il primo film della saga ha rappresentato uno dei momenti più significativi della carriera per il tipo di esperienza che ho vissuto sul set».

Paolo Sorrentino sul set di Loro 2

I SOGNI «Non ho un ruolo del sogno, forse però potrei interpretare Oprah per mettermi alla prova fino in fondo…. Per quanto riguarda invece i registi italiani con cui lavorerei volentieri punterei di sicuro su Paolo Sorrentino, uno dei più grandi cineasti viventi».

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