MILANO – Cosa si cela dietro un campione? Quali sono i momenti bui, i sacrifici e le lotte contro se stessi prima di diventare una leggenda vivente? È a questo che dà risposta Underwater, il documentario firmato da Sara Ristori che segue Federica Pellegrini nei quasi 300 giorni di preparazione che mancano alle Olimpiadi di Tokyo, dal 20 gennaio disponibile su Prime Video. Soprannominata la Divina del nuoto italiano, l’araba fenice che ha rotto i record mondiali ed è entrata già nella Storia. Ne mancava solo una da raccontare, l’ultima, prima del ritiro dall’agonismo sportivo. E se prima non avevamo capito fino in fondo la grandezza delle sue imprese ora, vedendole raggruppate insieme una dietro l’altra, ne abbiamo la riprova.
Underwater non vuole ritrarla come una leggenda del nuoto, ma alla fine l’immagine che ne esce è inevitabilmente quella. Il nostro viaggio al suo fianco parte nel 2019 a Livigno, quando iniziano gli allenamenti più duri in vista delle qualificazioni. In acqua Federica è nel suo elemento, e ce lo racconta mentre la vediamo non accontentarsi di un tempo solo buono, arrabbiarsi quando non riesce a raggiungere risultati migliori, macinare dietro di sé i chilometri in vasca, bracciata dopo bracciata. C’è tempo per i ricordi, dagli inizi e in quei vent’anni di carriera in cui ha dato sempre il massimo raccogliendo sempre di più. C’è tempo per gli affetti, per le delusioni e i periodi bui della sua vita. C’è anche lo spettro del Covid, che ha interrotto bruscamente gli allenamenti e rimandato le Olimpiadi a un altro giorno.
Ci sono i numeri che accompagnano il suo nome: cinque Olimpiadi, cinque finali individuali (la prima donna nella storia del nuoto a raggiungere questa cifra), la prima medaglia d’oro olimpica femminile per l’Italia a Pechino 2008, record europeo nei 400 metri e record mondiale nei 200 metri stile libero, ancora oggi imbattuto. Ma dietro gli elogi e le acclamazioni dei tifosi, conosciamo una Federica Pellegrini vera ed esposta, proprio come quando durante le interviste alla fine di una gara si lascia andare alla commozione. Ci racconta il suo mondo, i momenti di sconforto e di gioia, cosa succede nella sua testa prima di una gara e dopo, quando tutti si voltano verso il tabellone e nei suoi occhi si legge tutta la soddisfazione o la delusione per un risultato.
E al di là degli sforzi, della tensione e della sinusite cronica che colpisce tutti i nuotatori, vediamo come il più grande nemico, quello più potente e inarrestabile, sia il tempo. Lo dice lei stessa, notando come a ogni gara le avversarie si fanno sempre più giovani e lei sempre più vecchia. E anche giocarsi un’Olimpiade a trentatré anni non è cosa da tutti. È quello della donna dietro l’atleta il ritratto che emerge da Underwater, con le sue fragilità e le sue speranze come qualsiasi essere umano. Anche se di umano le sue imprese hanno ben poco. Capiamo, ora più che mai, come il nuoto sia fondamentalmente una sfida contro sé stessi e i propri limiti, e che la Pellegrini li abbia saputi superare alla grande. Una vita passata tra le corsie di una piscina risoltasi in un’ultima corsa che si è trasformata in puro divertimento. Alla fine è sempre il viaggio che conta, e del suo, Federica ha fatto contare ogni singolo centesimo.
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Qui sotto potete vedere il trailer di Underwater:
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