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The Sixth Child | Benjamin Lavernhe e il dilemma morale di quel figlio desiderato

Un figlio, due famiglie, una questione morale: perché vedere il film di Leopold Legrand

The Sixth Child
Sara Giraudeau e Benjamin Lavernhe e in una scena di The Sixth Child.

SESTRI LEVANTE – Si è conclusa questa edizione del Riviera International Film Festival e la presidente di giuria, Emily Mortimer, ha decretato il film vincitore in concorso, durante una cerimonia di chiusura che ha visto la partecipazione e l’entusiasmo di un pubblico sempre più vasto che ormai da sette anni si riunisce qui per l’occasione. Il lungometraggio vincitore è il francese The Sixth Child del regista Leopold Legrand – in collegamento da remoto per accettare il riconoscimento – che racconta la storia di Franck, un nomade e commerciante di rottami che vive con Meriem in un campo nella periferia di Parigi. Hanno cinque figli, un sesto in arrivo, e seri problemi economici. Le loro strade si incrociano con quelle di Julien e Anna, coppia di avvocati che da anni provano ad avere figli senza successo. The Sixth Child è la storia di un accordo impensabile tra due mondi.

The Sixth Child
Le due famiglie a confronto e quel figlio in arrivo…

All’opera di Legrand è andato anche l’Audience Award, il premio del pubblico. Legrand ritrae una società contemporanea, vicinissima a noi – e per questo totalmente reale – in cui sono le persone a fare la città e Parigi è un mero sfondo in una storia che, da un certo momento in poi del film, fa un patto con lo spettatore: decidere o meno se provare empatia per i protagonisti e le loro scelte che combattono con una moralità ai confini di questa società. È un lungometraggio difficile da gestire tenendo conto dei risvolti che prende e del fatto che è anche la prima pellicola firmata da Legrand: la sua bravura sta tutta qui, nel costruire un racconto che mette in dubbio non solo i personaggi, ma anche il pubblico stesso assottigliandone i ruoli.

The Sixth Child
Judith Chemla nel ruolo di Meriem, la madre.

Noi siamo loro e loro sono noi, in una storia che potrebbe accadere o potrebbe già essere successa. Questa confusione di ruoli è possibile grazie ad un cast di volti già navigati nel cinema francese: intenso Benjamin Laverne (lo vedremo a Cannes in Jeanne du Barry di Maïwenn al fianco di Johnny Depp), l’avvocato Julien che in The Sixth Child è l’ago della bilancia; laconico – per un padre di fronte a scelte discutibili – il volto di Damien Bonnard (Franck) già apprezzato in Les Misérables di Ladj Ly. Non sono da meno le controparti femminili: Judith Chemla (Meriem) è una pedina travolta dagli eventi e Sara Giraudeau (Anna) che ritrae l’ossessione per il tema della famiglia. Un premio meritato per un film non facile sotto molteplici aspetti, che però mettono in mostra la bravura di un regista di cui sentiremo parlare molto presto…

  • FRENCH TOUCH | Il cinema francese visto da Hot Corn
  • VIDEO | Qui il trailer del film:

 

 

 

 

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