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Perché This is Where I Leave You è il film perfetto per affrontare il passato

In bilico tra commedia e dramma, il film (inedito) con Jason Bateman è un viaggio nei ricordi

ROMA – Il letto su cui sogni di essere qualcun altro, mamma che ti chiama perché la colazione è pronta, la casa in cui sei cresciuto, piena di polvere, lacrime e risate. La famiglia, rumorosa, scomposta, disordinata. E la tua vita, che non è esattamente quella che avevi progettato, ma va bene uguale, perché in fondo ci sei ancora e sempre tu, a correre schivando gli ostacoli. Però poi, l’ineluttabilità del caso, ti spinge a rivedere quei conti lasciati in sospeso, proprio mentre tutto va in frantumi. Lo sappiamo bene noi, lo sa bene Judd Altman – interpretato dal raffinato Jason Bateman –, protagonista del bel This Is Where I Leave You (lo trovate su CHILI), film del 2014 diretto da Shawn Levy (regista del franchise Una Notte al Museo e, tra gli altri, del divertente Notte Folle a Manhattan), tratto dal romanzo di Jonathan Tropper, uscito in Italia con il titolo Portami a Casa (Garzanti).

Affari di famiglia: da sinistra, Tina Fey, Corey Stoll, Jane Fonda, Jason Bateman e Adam Driver

Il film, che Hot Corn consiglia caldamente a chi non riesce a fare i conti con il passato, inizia quando Judd scopre che la moglie lo tradisce con il suo capo. Come se non bastasse, riceve la telefonata della sorella Wendy – Tina Fey, quanto l’amiamo! –, comunicandogli la scomparsa del papà. Judd, insieme a Wendy e agli altri due fratelli Phillip e Paul (Adam Drivere e Corey Stoll), si ritrovano, seguendo il volere del padre, per sette giorni nella casa dove sono cresciuti, insieme alla particolare ed esuberante mamma Hillary – una spassosa Jane Fonda.

This is Where I Leave You
Fratello e sorella: Tina Fey e Jason Bateman in This is Where I Leave You

Passato e presente, presente e passato, che si alterano tenendosi per mano, ricongiungendosi e chiedendosi scusa a vicenda. Un po’ come quando, per caso, ritrovi in macchina quella sigaretta dimenticata lì da chi poteva essere e non è stato, sapendo che non ha mai smesso di pensarti e influenzarti. Ma non basta, non può bastare, ci dice il film di Levy, che attraverso il personaggio di Judd ci porta a riscoprire quelle cose che avevamo lasciato in sospeso per troppo tempo, in fondo ad un cassetto di ricordi strapieno di rimorsi.

Certi amori non finiscono. Rose Byrne e Jason Bateman in This Is Where I Leave You

In bilico tra commedia e dramma, la storia è di quelle in cui ci riconosciamo, immedesimandoci nei colorati personaggi, nelle loro fughe, nelle loro cadute. Scritto con dolcezza e humour dallo stesso Tropper – senza lasciare indietro la componente sentimentale –, This is Where I Leave You non ha paura di toccare i tasti malinconici o le scomode memorie, in un’efficenza filmica corale, famigliare, intima come solo un certo cinema americano riesce a costruire. E poi la soundtrack, da Alexi Murdoch ai Distant Cousins fino a Time After Time di Cyndi Lauper. Perfetta canzone da ballare con lei un’ultima volta, prima di tornare a casa, magari alzando il tettino dell’auto, consapevoli di essere pronti per affrontare, finalmente, un magnifico presente.

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