ROMA – Vent’anni da un album fondamentale e un nuovo progetto che fonde musica, rumori e natura. In più, la passione per il cinema, da Petri a Mastroianni, fino alle colonne sonore di Johnny Greenwood: Max Casacci, produttore e chitarrista dei Subsonica, ci ha raccontato com’è stato (ri)portare in top 10 Microchip Emozionale – (re)intitolato oggi Microchip Temporale, e come è nato il suo Watermemories, che prende ispirazione dalla memoria dell’acqua. «Microchip Temporale? Alcuni artisti li conoscevamo, come Cosmo o Elisa. Abbiamo incrociato le loro storie adolescenziali con l’uscita dell’album nel 1999, capace di spingerli a fare musica. Myss Keta era una nostra fan, la cosa ci ha incuriosito. Coez si è sentito onorato, lavorava ai concerti del 1 Maggio, quando suonavamo. Così come Nicolò Contessa, che sotto i nostri palchi ha trovato l’ispirazione…».
E Watermemories?: «È nato tutto nel 2011, quando insieme a Daniela Mana alla Biennale di Venezia unimmo la musica al rumore del vetro. Poi è arrivato The City, album jazz dove al posto della batteria c’era il rumore della città. Scorso anno, al mare, ho notato che due pietre se colpite tra loro generavano musica. Da queste pietre in musica, Michelangelo Pistoletto, mi chiese di creare un percorso che generasse arte, unendo proprio le note alla natura». Sì, ma il cinema? A Casacci abbiamo chiesto quale fosse il film del cuore, oltre alla colonna sonora che non si stanca mai di riascoltare.
IL FILM DEL CUORE – «Qui, per tanti motivi, rispondo La Decima Vittima di Elio Petri. La sceneggiatura, l’idea avventurosa di fare film di fantascienza in Italia in quegli anni. Ha una lettura distopica ma una sonorità romana, ed è una cosa che mi fa impazzire, ha un tratto estetico rigoroso, con un grande Marcello Mastroianni».
LA COLONNA SONORA PREFERITA – «Più che colonna sonora, dico momenti cinematografici precisi. Penso a Bertolucci e Ultimo Tango a Parigi: la musica di Gato Barbieri è il cielo stesso di Parigi, ma anche Morricone in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, e cito ancora Petri: la musica va dentro il senso del film, è l’architettura della storia e del senso del potere».
COMPOSITORE PREFERITO – «Facile: Jonny Greenwood. Le sue musiche hanno un linguaggio di genere, lui riesce ad essere dentro i film, con un approccio libero. Greenwood accosta il vecchio stile all’elettronica, penso a colonne sonore come Il filo nascosto. Ma cito anche musicisti che non provengono per forza da colonne sonore, come Neil Young e la colonna sonora che scrisse per Jarmusch e per il suo western in bianco e nero Dead Man. Sono cose che mi affascinano, il cinema che si avvicina a certi nomi…».
IL FILM CHE NESSUNO CONOSCE E CHE CONSIGLIERETI – «Beh, mi verrebbe da dirti anche qui, ancora una volta, La Decima Vittima, perché quelli erano film italiani meravigliosi, lì funzionava tutto, e oggi però sono un po’ dimenticati…».
Qui potete vedere il making of di Watermemories:
Lascia un Commento