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HOT CORN PICKS | A Cold Summer Night, la xenofobia e un corto che fa riflettere

Il regista Yash Sawant porta al Locarno Shorts Weeks una storia fra caos e alienazione

A Cold Summer Night

MILANO – Tra i titoli portati a Locarno Shorts Weeks questa settimana noi di Hot Corn abbiamo scelto A Cold Summer Night, ovvero il corto di debutto firmato da Yash Sawant. Seguendo una linea narrativa apparentemente schematica e tradizionale, da classica fiction, il giovane cineasta indiano mette in scena il profondo disequilibrio sociale che accompagna l’arrivo di facce straniere in una comunità. Nel corto, il protagonista è un migrante, Ketan, che si stabilisce in un quartiere di Mapusa, in India. In una stanza presa in affitto, si nasconde con l’amante mentre è lontano dalla moglie, incinta. Durante una notte di mezza estate, un incidente disturba la quiete del quartiere: qualcuno ha distrutto la sua macchina.

A Cold Summer Night
Keatan Jadhav in A Cold Summer Night

I vicini fanno subito fronte comune contro il nuovo arrivato, con la solita diffidenza che si prova contro il diverso. L’assenza di momenti di estremo pathos in una situazione terribilmente caotica estremizza ancora di più la posizione di Ketan, additato da tutti come bugiardo e traditore. Dal momento che sembra solo portare problemi, viene invitato ad andarsene. Il senso di pericolo e di alienazione, efficacemente sottolineato dall’eco dei suoi passi per le strade mentre, girovago, cerca la sua amante, accentua la profonda solitudine del giovane. Sentendosi un estraneo, non riesce nemmeno a difendersi. Troppo pesante è l’attacco di quelle persone, di un’intera società, per poter anche solo tentare di opporvisi.

A Cold Summer Night
Vinita Velip in A Cold Summer Night

Con il pretesto di rappresentare tematiche come l’infedeltà e i dilemmi morali, il corto nasconde una critica alle dinamiche sociali che, proteggendosi i falsi buoni propositi di tranquillità e reputazione, tendono ad escludere i nuovi arrivati. Il terrore che si palesa sul volto e nei gesti di Ketan quando viene scoperto sono fondati. Vediamo le donne della casa pronte a parlargli alle spalle, commentandone la vita, gli errori e le abitudini senza nemmeno conoscerlo. Al di là del tradimento della moglie, viene criticato per l’apparenza, per quell’immagine che a loro perviene ma che in realtà non corrisponde a ciò che è in realtà. Vedono solo quello che vogliono vedere: non importa se è un bravo medico, o se con la moglie sta attraversando un periodo difficile.

A Cold Summer Night
Una scena di A Cold Summer Night

Basta ciò che credono di sapere. E la generalizzazione, i luoghi comuni, portano a chiudersi, a un sistematico rifiuto verso  a ciò che è nuovo. «Non dovremmo più accettare immigrati nel quartiere», sostiene una delle donne. Il disorientamento e lo straniamento per la piega degli eventi portano Ketan a rifugiarsi in un ripostiglio semi-illuminato dell’ospedale dove lavora. Da solo, immerso nel silenzio con la disperazione come unica compagna e la testa lasciata cadere contro il muro nello sconforto più totale, pensa e medita. Un segnale che sembra di pericolo, intermittente ma costante, risuona per l’ospedale: probabilmente un paziente che sta male. Così come il nostro protagonista. Uno stacco su nero lascia Ketan ad affrontare il giorno seguente, l’incertezza del futuro, le conseguenze di quella notte. L’allarme continua a suonare.

  • Qui potete vedere A Cold Summer Night:

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